Madre Teresa di Calcutta, riconosciuto il miracolo

Il via libera di Francesco alla canonizzazione della beata, scomparsa il 5 settembre 1997. La data probabile: 4 settembre 2016

Nel giorno del suo compleanno, il via libera di Francesco alla canonizzazione della beata, scomparsa il 5 settembre 1997. La data probabile: 4 settembre 2016

La guarigione istantanea e inspiegabile di un 35enne brasiliano, avvenuta quando era ormai in fine di vita sul tavolo operatorio a causa di una patologia mortale del cervello, mentre la moglie implorava l’intercessione della religiosa. È questo il miracolo, avvenuto il 9 dicembre 2008, riconosciuto appena tre giorni fa, il 15 dicembre, dalla Congregazione di cardinali e vescovi chiamata a pronunciari sul caso, che porterà a breve agli onori degli altari la beata Teresa di Calacutta, fondatrice delle Missionarie della Carità, morta il 5 settembre 1997. Ieri pomeriggio, 17 dicembre, nel giorno del suo compleanno, Francesco ha ratificato il riconoscimento del miracolo e ha disposto di promulgarne il decreto.

Si chiude così l’iter del processo “super miro” (“estremamente rapido”) per l’apostola degli ultimi, che sarà canonizzata nell’Anno Santo della Misericordia. La data verrà resa nota nel prossimo Concistoro. L’ipotesi più probabile: il 4 settembre. È stato questo l’ultimo gradino della procedura di giudizio nella fase romana del processo sul miracolo, iniziato nel giugno di quest’anno nella diocesi di Santos in Brasile e che porterà la beata agli onori degli altari della Chiesa universale.

«Dite a Madre Teresa che lo curi». Con queste parole, il 9 dicembre 2008, la moglie del giovane ingegnere colpito da 8 ascessi al cervello, entrato in coma per l’insorgere dell’idrocefalia, invitava amici e conoscenti a pregare per il marito, in attesa di un intervento che avrebbe dovuto scongiurare la morte imminente. Il paziente entrò in sala operatoria già in coma, ma l’intervento venne rimandato di mezz’ora per problami tecnici. Al suo ritorno in sala operatoria, il chirurgo lo trovò seduto, sveglio, asintomatico e perfettamente cosciente, che chiedeva: «Cosa ci sto a fare qui?». «Non ho mai visto un caso come questo», si legge nella deposizione del medico. La patologia cerebrale, hanno confermato gli esami successivi, era definitavamente ristabilita, senza lasciare conseguenze. Le prove del processo riferiscono che nella mezz’ora di attesa dell’intervento nella cappella dell’ospedale la moglie, insieme a un sacerdote e ad altri familiari, pregava madre Teresa. E lei, chiamata, si è mantenuta fedele alla vocazione della sua vita: la cura e l’accompagnamento delle persone in condizioni estreme.

All’anagrafe Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu, la religiosa era nata a Skopje, in Macedonia, il 26 agosto 1910. A 17 anni entrava in convento e, nel 1929, si trasferiva a Calcutta per insegnare, rimanendovi per tutta la vita. Il nome religioso di Teresa era stato scelto in onore di santa Teresa di Lisieux. L’11 dicembre 1979 era stata insignita del premio Nobel per la Pace. Alla sua morte, nel 1997, l’India le riservò solenni funerali di Stato, alla presenza di autorità del mondo intero. L’allora segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, arrivò a dichiarare che «lei è le Nazioni Unite. Lei è la pace nel mondo».

18 dicembre 2015