«Non c’è cuore in cui Cristo non voglia e non possa rinascere»
Il Papa a San Giovanni nella festa della dedicazione ha consegnato il mandato alle equipe pastorali, auspicando per la Chiesa di Roma una «nuova stagione di evangelizzazione». L'omaggio del vicario
L’invito alla Chiesa di Roma a vivere una nuova stagione di evangelizzazione orientata all’ascolto del grido dei più bisognosi. L’elogio ai presbiteri che quotidianamente vivono i quartieri condividendo gioie e dolori di tanta gente. Il mandato alle nuove équipe pastorali alle quali è affidato il delicato compito di raggiungere chi è lontano dalla fede e dalla Chiesa. Nella festa della dedicazione della basilica lateranense, sabato 9 novembre, Papa Francesco ha consegnato ai cristiani romani tre specifici versetti della liturgia. Bergoglio ha presieduto la Messa a San Giovanni per celebrale la “madre e capo di tutte le Chiese dell’Urbe e dell’Orbe”, la prima a essere costruita dopo l’editto dell’imperatore Costantino il quale, nel 313, concesse ai cristiani la libertà di culto e la parità dei diritti nei confronti di tutte le altre religioni. In occasione dell’anniversario la basilica si è impreziosita di un nuovo ambone e di una nuova croce pensile posta sopra l’altare e anche il Papa ha indossato una casula confezionata per l’occasione in un monastero romano.
Riprendendo il versetto del salmo che recita «un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio», il vescovo di Roma si è rivolto alla comunità diocesana invitandola a incontrare, dialogare e ascoltare il prossimo con «umiltà, gratuità e povertà di cuore». Un servizio che deve essere vissuto «non come uno sforzo gravoso ma con una leggerezza spirituale: invece di farsi prendere da ansie di prestazione, è più importante allargare la percezione per cogliere la presenza e l’azione di Dio nella città». Da qui l’augurio affinché «la Madre Chiesa di Roma possa sperimentare la consolazione di vedere ancora una volta l’obbedienza e il coraggio dei suoi figli, pieni di entusiasmo per questa nuova stagione di evangelizzazione».
Attingendo alla prima lettera di san Paolo ai Corinzi, il Papa si è rivolto ai numerosi sacerdoti concelebranti. Partendo dal versetto «nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo», ha ricordato che compito di ogni presbitero è «aiutare la comunità a stare sempre ai piedi del Signore per ascoltarne la Parola; tenerla lontana da ogni mondanità, dai cattivi compromessi; custodire il fondamento e la radice santa dell’edificio spirituale; difenderla dai lupi rapaci, da chi vorrebbe farla deviare dalla via del Vangelo». In sette anni di pontificato Francesco ha avuto modo di conoscere molti sacerdoti romani dei quali ha «ammirato la fede e l’amore per il Signore, la vicinanza alle persone e la generosità nella cura dei poveri». Ha quindi apprezzato la conoscenza profonda che hanno dei quartieri in cui vivono e la capacità di custodire «nel cuore i volti, i sorrisi e le lacrime di tanta gente. Avete messo da parte contrapposizioni ideologiche e protagonismi personali per fare spazio a quello che Dio vi chiede – ha aggiunto -. Il realismo di chi ha i piedi per terra e sa “come vanno le cose di questo mondo” non vi ha impedito di volare in alto con il Signore e di sognare in grande».
«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere», il versetto dedicato alle nuove équipe pastorali alle quali il Papa ha consegnato il mandato. «Vi è affidato il compito di aiutare le vostre comunità e gli operatori pastorali a raggiungere tutti gli abitanti della città, individuando vie nuove per incontrare chi è lontano dalla fede e dalla Chiesa – le parole di Bergoglio -. Nel fare questo servizio, portate dentro la consapevolezza che non c’è cuore umano in cui Cristo non voglia e non possa rinascere. Nessuno, per quanto sia ferito dal male, è condannato su questa terra ad essere per sempre separato da Dio».
Alla fine della Messa, il cardinale vicario Angelo De Donatis – che al momento della consacrazione ha affiancato il Papa con il vescovo Luca Brandolini, vicario dell’arciprete della cattedrale – ha donato a Francesco il libro pubblicato da Libreria Editrice Vaticana “La santità è il volto più bello della Chiesa” a cura di don Walter Insero, direttore dell’ufficio delle Comunicazioni sociali del Vicariato, con le catechesi sull’Esortazione apostolica “Gaudete et exsultate” tenute lo scorso anno dallo stesso vicario e dal direttore del coro della diocesi monsignor Marco Frisina.
Prima della liturgia Francesco ha sostato sul sagrato della basilica davanti alla lapide commemorativa in onore delle vittime della povertà e ha recitato una preghiera con alcuni rappresentanti del Movimento ATD Quarto Mondo (Agire tutti per la dignità). Ha così dato ufficialmente inizio alla terza Giornata mondiale dei poveri, che culminerà con la celebrazione di domenica 17 novembre a San Pietro.
11 novembre 2019