Oltre la Leggenda nera. La verità sul Vaticano e nazismo

Presentato il volume del professor Guiducci che ricostruisce la storia dell’operazione “Odessa”: «Chiesa non favorì fuga dei nazisti»

Presentato il volume del professor Guiducci della Lateranense che ricostruisce la storia dell’operazione “Odessa”: «Chiesa non favorì fuga dei nazisti»

Strasburgo, 10 agosto 1944. In una stanza dell’albergo Maison Rouge – in gran segreto e all’insaputa di Hitler – grandi industriali e banchieri tedeschi si danno appuntamento con funzionari della Marina e degli Armamenti. Obiettivo: mettere in salvo i propri averi, i primi, e la propria vita attraverso la fuga all’estero, i secondi, progettando quella che alla storia è passata come l’operazione Odessa, acronimo che sta per “Organizzazione degli ex-membri delle SS”. Nelle file di coloro che aiutarono i nazisti a realizzare il piano, si conterebbe anche la Chiesa cattolica. Questa, almeno, è la tesi andata per la maggiore anche grazie a (o per colpa di) libri e film che hanno contribuito a mescolare il dato reale con quello fantastico. Oggi, dopo un lavoro decennale compiuto invece su fonti documentali, Pier Luigi Guiducci, docente di Storia della Chiesa all’Università Lateranense, presenta una tesi che smonta l’impianto accusatorio nei confronti degli ecclesiastici.

Presentato a Roma, venerdì 29 maggio, il volume “Oltre la leggenda nera. Il Vaticano e la fuga dei criminali nazisti” (Ugo Mursia editore) ricostruisce un’altra verità. «Con l’avanzare, 70 anni fa, dell’Armata rossa verso Berlino – spiega Guiducci – si poneva la questione dei profughi, sostanzialmente civili, malati di mente, anziani e così via, che non avevano più una famiglia o una casa, né documenti né assistenza. Persone che, per questo, si rivolgevano a chi faceva loro della carità. Ovvero a parrocchie, conventi. Insomma, ad una rete essenzialmente cattolica perché in Germania gran parte della Chiesa evangelica invece, certo con importanti eccezioni, si avvicinò al Terzo Reich». Ecco spiegato perché chi fuggiva non diceva di essere evangelico (sarebbe stato accusato di vicinanza al nazismo) e tantomeno di essere ateo (ciò lo avrebbe identificato come comunista). L’appoggio veniva allora cercato negli ambienti cattolici, perché «gratuito e non ideologico».

L’altra questione, su cui si sofferma lo storico, riguarda «i criminali nazisti che, a differenza dei profughi, avevano soldi» e dunque la possibilità di trovare complici per i loro nascondimenti così come di procurarsi passaporti e carte d’identità. «Si è potuto costruire una mappa dei rifugi in Italia e cercando negli archivi non è stato difficile individuare i Comuni che rilasciarono documenti falsi». Insomma, i nazisti ebbero protezione da molti Paesi e dagli stessi Stati Uniti che li avevano sconfitti. Guiducci cita degli esempi clamorosi: «I servizi segreti della Germania dell’Ovest furono messi in piedi proprio dai nazisti con l’aiuto degli americani e mille nazisti furono pagati per portare negli Usa il bagaglio di conoscenze tecniche». I nazisti furono accolti perfino nelle fila dell’Interpol, l’intelligence alleata in funzione anticomunista, così come nel dopoguerra «il nazista» Kurt Waldheim fu ministro degli esteri, ambasciatore, presidente dell’Austria e segretario generale dell’Onu per ben due mandati consecutivi, dal 1972 al 1981.

Le accuse contro la Chiesa, invece, nascerebbero dalla volontà di gettare discredito «contro chi aveva denunciato» eccidi e soprusi dei comunisti contro le popolazioni civili. «Pio XII affermò chiaramente che i criminali andavano processati e che ogni accusato doveva affrontare regolari processi e che erano inaccettabili tutte quelle condanne a morte decise in modo sommario, spesso non legate al conflitto». «Sarebbe antistorico voler a tutti i costi presentare una Chiesa asservita ai criminali – scrive nella prefazione il gesuita Peter Gumpel, relatore della causa di beatificazione di Papa Pacelli -. Ma sarebbe soprattutto ingiusto relegare nell’oblio quell’alto numero di volontari cattolici che seppero accogliere, sostenere e accompagnare gente crocifissa nel fisico e nell’animo».
1 giugno 2015