Ospedale Bambino Gesù, in missione tra i poveri
Coinvolti nella formazione 46 tra medici e infermieri. Un programma speciale a Bangui per il varo del Centro di re-nutrizione terapeutica per i bimbi
Ventinove missioni medico sanitarie solo nel 2018. Sessantadue pazienti umanitari accolti e dodici progetti avviati in dieci Paesi del mondo, dal Medioriente all’Africa, dal Sud–Est Asiatico al Caucaso. Questi i numeri de “L’Ospedale dei figli del Mondo”, attività internazionale di cooperazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Grazie all’iniziativa, presentata nei giorni scorsi, è stato possibile realizzare numerosi progetti in Siria, Giordania, Repubblica Centrafricana, Tanzania, Etiopia, Cambogia, Cina, Russia, Georgia, India. «L’Ospedale dei “figli del mondo” – ha spiegato la presidente dell’ospedale pediatrico, Mariella Enoc – corrisponde allo spirito con il quale il Bambino Gesù accoglie e cura i più piccoli tra gli ammalati e i sofferenti di tutto il mondo. Dopo 150 anni dalla fondazione, le missioni internazionali in 10 Paesi permettono di condividere il grande patrimonio di conoscenza clinica e di ricerca scientifica maturato nel tempo per metterlo al servizio dei bambini che ne hanno bisogno».
Entrando nel dettaglio, nel 2018 sono state svolte 29 missioni internazionali per complessivi 145 giorni lavorativi con il coinvolgimento di 46 tra medici e infermieri del Bambino Gesù, i quali hanno svolto sessioni di formazione on the job negli ospedali partner congiuntamente a periodi di formazione residenziale a Roma del personale medico e infermieristico locale, così come previsto dagli accordi di collaborazione siglati con i governi o con le istituzioni sanitarie dei vari Paesi o le organizzazioni umanitarie internazionali come Who e Unhcr. Fino a oggi, sono venti le specialità pediatriche oggetto di formazione in base agli accordi con i vari Paesi: dalla neurochirurgia alla neurologia pediatrica (con focus su disabilità neuromotorie quali epilessia, sindromi neurologiche/genetiche e disturbi dello spettro autistico); dalla cardiochirurgia, che ha interessato soprattutto la Giordania attraverso l’assistenza e la cura dei profughi siriani e della popolazione pediatrica vulnerabile, alla radiologia interventistica. E ancora la neonatologia, la terapia intensiva, la chirurgia plastica, maxillo-facciale e laparoscopica, l’emodinamica e la trapiantologia renale.
Un progetto speciale è quello che ha portato, il 2 marzo scorso, all’inaugurazione a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, del Centro di re-nutrizione terapeutica per bambini malnutriti. L’iniziativa rientra nell’ambito di una più ampia ristrutturazione dell’ospedale pediatrico nazionale già esistente. Su diretta sollecitazione di Papa Francesco, che aveva visitato il complesso sanitario in occasione dell’apertura della Porta Santa della Misericordia nel 2015, il Bambino Gesù ha curato l’attività di ristrutturazione e avviato l’attività di formazione del personale locale, che continuerà nel tempo, in collaborazione con Medici per l’Africa – Cuamm, Acf (Azione contro la fame) e Humanitas di Milano.
Ancora, l’ospedale pediatrico nel 2018 ha accolto e curato 62 piccioli pazienti cosiddetti “umanitari”, vale a dire sprovvisti di copertura sanitaria perché né cittadini italiani né appartenenti all’Unione europea né sostenuti da organizzazioni umanitarie o benefiche. La degenza è stata sostenuta in larga parte dalla Fondazione Bambino Gesù onlus e complessivamente sono stati spesi un milione e 365 mila euro per 2.445 giorni di ricovero e oltre 10mila notti di ospitalità per i familiari. I 62 pazienti umanitari provengono da 28 Paesi: 41 dall’Africa, 11 da Asia e Medio Oriente, 8 dall’Europa e 2 dall’America centrale.
Nelle quattro sedi dell’ospedale lo scorso anno sono stati ricoverati e curati 531 pazienti provenienti da cinque continenti e 80 Paesi: 29 europei, 22 africani, 16 asiatici, 12 americani e uno dell’Oceania. Sono stati 111 i medici e altre figure del personale sanitario provenienti dall’estero che hanno scelto di frequentare stage di formazione nei dipartimenti del Bambino Gesù nelle diverse specialità pediatriche (42 da 18 Paesi europei, 37 da 10 Paesi americani, 28 da 15 Paesi asiatici e 4 da 3 Paesi Africani). I corsi hanno una durata variabile da una settimana a sei mesi. Proprio in questi giorni l’ospedale del Gianicolo ospita 7 medici stranieri, 5 cinesi e 2 centrafricani.
29 aprile 2019