Paolo di Tarso, tra fede e storia

Incentrato sull’Apostolo delle genti il confronto tra il cardinale de Mendonca (dicastero Cultura) e il giornalista Augias, organizzato da Paoline International e Lumsa

Due volumi diversi, con due letture differenti della figura dell’Apostolo delle genti, Paolo di Tarso, ma che tra fede, ragione e storia riescono a dialogare. Ne hanno parlato ieri, 15 gennaio, il cardinale José Tolentino de Mendonca, prefetto del dicastero per la Cultura e l’educazione, e Corrado Augias, giornalista, scrittore e autore televisivo. Moderati dal giornalista Fabio Bolzetta, sono stati i protagonisti dell’incontro organizzato da Paoline International e dall’Università Lumsa, nella Sala Giubileo dell’ateneo romano. A confronto, appunto, gli ultimi libri di entrambi: “Metamorfosi necessaria, rileggere san Paolo”, edito da Vita e Pensiero, del cardinale de Mendonca, e “Paolo. L’uomo che inventò il cristianesimo”, edito da Rai Libri, di Augias.

Incontro Corrado Augias, Tolentino de Mendonca, rileggere San Paolo, Lumsa, 15 gennaio 2024

Un momento di «approfondimento culturale e valoriale e di sinergia tra mondi e visioni diverse»: così ha definito l’incontro il rettore della Lumsa Francesco Bonini. «Incontro – ha spiegato – di cui avvertiamo profondamente il bisogno e che ci sprona ad aprirci» alla scoperta del pensiero altrui. La figura di san Paolo infatti è stata analizzata «non solo in chiave religiosa, ma anche come autore che ha dato spunti, idee e insegnamenti fondamentali per tutta l’umanità», ha spiegato il cardinale.

Tolentino de Mendonca, 15 gennaio 2024Pur essendo conosciuto da tutti, ha sottolineato José Tolentino de Mendonca, «Paolo viene spesso relegato al solo aspetto religioso, ma in realtà la sua metamorfosi di vita è eloquente, perché è stato lui a fare una vera e propria, praticamente la prima, “traduzione” culturale del messaggio cristiano. Praticamente – ha spiegato – una delle operazioni teologiche più creative e complesse di sempre, portando gli insegnamenti di Cristo a tutto il mondo, dando il via all’universalità delle Chiesa». Nonostante la stessa biografia dell’apostolo sia in alcuni punti incerta, «Paolo costituisce un’affascinante eccezione rispetto al mondo antico, perché ha scritto molto parlando di sé stesso, sviluppando così una fotografia precisa della sua evangelizzazione». Per il cardinale, dunque, la figura di Paolo è coinvolgente «e diventa nostro contemporaneo, perché possiamo intendere le sue lettere quasi come un racconto in diretta, attuale, della sua vita». Tutti “dettagli” che fanno di Paolo, «se riletto attraverso le metamorfosi della sua vita», un vero e proprio «esempio culturale per tutti».

Corrado Augias, 15 gennaio 2024Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una visione e una concezione quasi agli antipodi rispetto a quella spirituale, la lettura di Corrado Augias, che nel suo volume non nasconde il suo non essere credente, anzi, ne fa un valore aggiunto per esaltare la figura storica di «un uomo straordinario», come ha spiegato. Per il giornalista, infatti, «sembra un paradosso, ma dire che san Paolo inventò il cristianesimo è molto più coerente di quanto si possa pensare», e lo ha spiegato ai molti presenti citando il filosofo Nietzsche, il quale scrisse che «senza la storia singolare dell’apostolo Paolo, senza i turbamenti e le tempeste di un tale cervello, di una tale anima, non esisterebbe una cristianità, avremmo avuto appena notizia di una piccola setta giudaica il cui maestro era morto sulla croce». Affermazione forse provocatoria e dissonante rispetto alla letteratura attuale, ma che secondo Augias «spiega la caratura umana, spirituale, morale e storica di quello che possiamo dire essere stato un leader straordinario». Il carattere di Paolo fu quello «di “cattivo”» secondo Augias, «non nel senso di malvagio, ovviamente, ma di uomo che senza mezzi termini e in modo netto e rigido si prese sulle spalle il compito enorme di portare il Risorto nel mondo».

16 gennaio 2024