Pastorale giovanile, ripartire «in presenza»
Don Alfredo Tedesco, dal 1° settembre alla guida del Servizio diocesano: «I giovani, feriti nelle relazioni dal lockdown, hanno sentito la vicinanza della Chiesa e la Chiesa deve continuare a camminare accanto a loro»
Riprendere, per quanto possibile, gli incontri in presenza. Questo uno degli obiettivi del Servizio per la pastorale giovanile della diocesi, diretto dal 1° settembre da don Alfredo Tedesco. Un cambio al vertice giunto in un «momento molto particolare e difficile», sottolinea, in cui i giovani «hanno bisogno di maggiori attenzioni perché sono quelli che hanno più sofferto per il lockdown, la mancanza delle relazioni, la sospensione delle attività estive parrocchiali». Don Tedesco, che è anche assistente ecclesiastico dell’Azione cattolica dei ragazzi di Roma, lavora per concretizzare le tante idee e i numerosi progetti in cantiere.
C’è fermento nell’ufficio al secondo piano del Palazzo del Vicariato, e si susseguono le riunioni per stilare il programma per l’anno pastorale. Tra le proposte, quella di un incontro che coinvolgerà i ragazzi delle medie, dei licei e i giovani che, suddivisi in piccoli gruppi, faranno attività in vari quartieri di Roma, da nord a sud passando per il centro. Si vorrebbe organizzare quest’attività in autunno ma al momento c’è solo una bozza del programma. Di certo c’è che la Pastorale giovanile, in sinergia con l’Ufficio catechistico, il Servizio per la cultura e l’università e quello per le vocazioni, mira alla ripartenza degli incontri feriali dei gruppi in tutte le parrocchie.
«Sicuramente non sarà semplice – premette don Tedesco – ma è giunto il tempo di cambiare il paradigma della pastorale». Nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, bisogna «cogliere questo tempo come tempo di grazia – aggiunge -. Non si può tornare a svolgere attività come se nulla fosse successo ma, nonostante la tragedia che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, dobbiamo cercare di proporre il pane buono ai nostri adolescenti e ai giovani, in questi mesi feriti nelle relazioni. Hanno sentito la vicinanza della Chiesa e la Chiesa deve continuare a camminare accanto a loro». A tal proposito il direttore della Pastorale giovanile diocesana avverte che i “grandi eventi” «da soli non bastano e non aiutano. Servono solo se sono integrati in una logica feriale. Bisogna quindi tornare a vivere la centralità della Messa in comunità – rimarca -, per instaurare rapporti quotidiani e di prossimità con i ragazzi. È utile attivare processi più che avere idee», prosegue il sacerdote, che si offre «a servizio delle comunità presenti».
Don Tedesco ha ereditato dal suo predecessore, don Antonio Magnotta, una trentina di équipe pastorali giovanili formate da laici, animatori, catechisti, appartenenti a varie parrocchie. «Con loro proseguiremo il lavoro di una lettura attenta del territorio», spiega. Non solo: al più presto «ripartirà anche la formazione degli educatori nelle singole prefetture».
22 settembre 2020