Roma, tra povertà e “False ripartenze”

Presentato il Rapporto annuale Caritas per il 2021. A rischio il 14% della popolazione; il 6% fatica ad arrivare a fine mese. Il direttore Trincia: «Imperativo spendere bene i fondi destinati alla Capitale». Il sindaco Gualtieri: disponibilità a collaborare «anche in vista del Giubileo»

Non è ancora chiaro come la pandemia abbia inciso su Roma. Una Capitale che ad oggi appare in equilibrio instabile, c’è aria di sfiducia, smarrimento, incertezza per il futuro, diminuisce la speranza e aumentano la solitudine e la rassegnazione. Uno spaccato sulla trasformazione del tessuto sociale della città negli ultimi due anni arriva dal quinto Rapporto “Povertà a Roma: un punto di vista” edito dalla Caritas diocesana che ha come sottotitolo l’interrogativo “False ripartenze?”. Una domanda che nasce dalla consapevolezza che «per i poveri non è cambiato molto», ha detto il direttore della Caritas diocesana Giustino Trincia, che questa mattina, 1° aprile, nella sala Ugo Poletti del Vicariato, ha illustrato i dati del volume aggiornati al 3 febbraio scorso. «C’è ancora tanta precarietà – ha aggiunto -, disoccupazione, lavoro nero, criticità riguardanti l’abitare. Il 10% dei romani vive in uno stato di gravi deprivazioni materiali». Tra i segnali preoccupanti e problematici emersi dallo studio, anche la solitudine: il 44,7% delle famiglie romane è composto da una sola persona.

Peculiarità del Rapporto è quella di mettere al centro «l’ascolto degli ultimi, di coloro che conosciamo solo come categorie sociologiche e non con volti e storie» ha osservato il cardinale vicario Angelo De Donatis. Nelle 154 pagine del volume «scopriamo che a Roma vivono migliaia di persone in solitudine – ha proseguito il porporato -, che non hanno mai avuto un reddito regolare, che non riescono ad accedere al servizio sanitario pur avendone diritto, che erano già in grande difficoltà prima dell’arrivo della pandemia e che ora si trovano completamente esclusi dal sistema di aiuti. Scopriamo che migliaia di romani non riuscivano ad arrivare a fine mese e a pagare le bollette ben prima che i rincari facessero impennare i costi. Scopriamo che in tanti, tra i quali molti bambini, non hanno elettricità e gas per scaldarsi perché vivono in alloggi di fortuna».

rapporto la povertà a roma, un punto di vista, 1° aprile 2022Nel rapporto sono documentate, attraverso infografiche e tabelle, le tante iniziative promosse dalle parrocchie di Roma durante l’emergenza sanitaria. Dati sugli aiuti alimentari, la distribuzione dei buoni spesa, le mense sociali, le numerose iniziative di prossimità promosse dalle comunità e un focus sulle proposte della Caritas riguardo agli ambiti del lavoro, dell’abitare e dell’ecologia integrale. Uno sguardo anche ai prossimi anni quando a Roma arriveranno 2 miliardi e mezzo di euro tra Pnrr e fondi per il Giubileo del 2025 ai quali potrebbero aggiungersi quelli dell’Expo 2030. Una «grande opportunità purché non ci si limiti a pensare solo alle opere», ha specificato il direttore Trincia, per il quale è importante «puntare a ricostruire il tessuto sociale e il rapporto di fiducia tra persone e istituzioni».

Una sezione del Rapporto è dedicata agli obiettivi e agli interventi della Missione 5, ossia coesione e inclusione, attivazione al lavoro e piano per la non autosufficienza. «Sarà imperativo spendere bene i fondi che saranno destinati a Roma», ha detto ancora Trincia, invitando ad avere «uno sguardo positivo nei confronti della città e delle persone». Una vera ripartenza si potrà avere solo quando «si passerà dalle politiche pubbliche per i poveri alle politiche pubbliche con i poveri – ha concluso il direttore della Caritas di Roma -. Bisogna valorizzare le risorse e le intelligenze diffuse con il coinvolgimento di tutti, comprese le comunità parrocchiali».

All’incontro, moderato da monsignor Walter Insero, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi, è intervenuto in video collegamento anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il quale ha annunciato che «per rafforzare la capacità di accoglienza dei senza fissa dimora, i cinquecento posti messi a disposizione con i municipi resteranno attivi tutto l’anno e non chiuderanno il 1° aprile come sempre accaduto». Dal primo cittadino la disponibilità a collaborare con la Caritas diocesana «anche in vista del Giubileo, che dovrà portare non solo opere materiali ma anche un impegno straordinario per la riduzione della povertà, della fame e dell’emergenza abitativa».

rapporto la povertà a roma, un punto di vista, 1° aprile 2022Nel dettaglio, lo studio mette sotto la lente d’ingrandimento tutte le vulnerabilità (reddituali, occupazionali, assistenziali), offre uno spaccato sull’impegno dell’organismo pastorale per rispondere alle tante richieste di aiuto e lancia proposte per creare un circolo virtuoso dell’inclusione. A Roma il 14,1% della popolazione è a rischio povertà, il 10,3% soffre di grave deprivazione materiale e il 6% dei cittadini arranca per arrivare a fine mese. La criticità tutta romana riguarda le famiglie monoreddito pari al 32,8% del totale. Obiettivo puntato sui minori che vivono in famiglie con redditi molto bassi, che nella Capitale risiedono soprattutto nei municipi VI e il V, dove i nuclei familiari con reddito sotto i 25mila euro sono rispettivamente il 13,4% e il 9,8%, a cui seguono il X municipio (con il 9,1%) e il VII (con il 9%). Il reddito pro-capite cambia notevolmente in base all’età, al municipio di residenza e alla nazionalità. I più “ricchi” a Roma sono gli anziani tra i 60 e i 74 anni (31.781 euro l’anno) rispetto ai giovani fino ai 29 anni (9.992 euro annui). I più benestanti vivono, come è noto, nel I municipio e guadagnano 42.497 euro l’anno rispetto a chi risiede nel VI e ha un reddito di 18.571 euro. Anche la nazionalità rappresenta un elemento di svantaggio poiché comparando i redditi medi pro-capite nel caso dei cittadini italiani risultano pari a 27.633 euro, mentre nel caso di persone straniere cala a 14.458.

E mentre Roma “invecchia” – l’età media in città è di 46,1 anni – peggiorano anche le condizioni lavorative. Solo il 7,5% degli occupati è soddisfatto della propria posizione. Tutti gli altri devono fare i conti «con stipendi inadeguati – si legge nel Rapporto -, basso collocamento mansionale rispetto alle competenze effettive, impiego ad orario ridotto non scelto che portano a chiedersi se sia possibile, in queste condizioni, garantire la funzione stessa del lavoro e se sia possibile ricondurlo al profondo significato realizzativo che esso assume per l’uomo». I lavoratori che hanno contratti a termine da più di 5 anni sono il 21%, mentre i Neet, disoccupati tra i 15 e i 34 anni, che non cercano più un’occupazione sono a Roma il 14,4%.

Per quel che riguarda il binomio povertà e salute, da un sondaggio dell’Area sanitaria della Caritas diocesana realizzato nel mese di giugno 2021 in 87 centri di ascolto parrocchiali, emerge che, durante il primo anno di pandemia, il 18% delle parrocchie ha predisposto un apposito servizio sanitario. Tra queste, il 47% per “consulenza psicologica”, il 36% per “dispensazione e raccolta farmaci”, il 34% per “visite mediche, visite specialistiche”. Tra le richieste ricevute spicca il “sostegno per acquisto di farmaci” (81%), “sostegno al pagamento di ticket sanitario” (47%), “accompagno a visite mediche” (44%). Per superare la povertà la Caritas di Roma lancia alcune proposte operative. Per quel che riguarda il diritto all’abitare la fotografia attuale mostra, tra l’altro, 14.500 nuclei familiari nelle liste di attesa e 1.200 nuclei ospitati nei residence. Da Caritas la richiesta di «una nuova normativa ad approccio integrato» e la convocazione di un «tavolo di confronto e conciliazione per gli sfratti», che nel post pandemia, per morosità, sono il 95%. Auspicato anche un progetto di inclusione lavorativa per persone con fragilità che metta insieme parrocchie, enti e aziende. Infine, Caritas propone un protocollo di gestione delle dimissioni delle persone fragili predisponendo strutture di accoglienza e accompagnamento fino alla guarigione.

1° aprile 2022