Save the Children: ad Aleppo si muore per il freddo

La denuncia: oltre 26mila persone sfollate nelle aree della Capitale e di Idlib, colpite da una forte tempesta di neve, vivono al gelo

La denuncia dell’organizzazione: oltre 26mila persone sfollate nelle aree della Capitale e di Idlib, colpite da una forte tempesta di neve, vivono al gelo

La Siria nord occidentale, dove si vive in condizioni già precarie e dove hanno trovato rifugio le migliaia di famiglie fuggite da Aleppo est negli ultimi giorni, deve fare i conti in queste ore anche con una forte tempesta di neve. Delle circa 26mila persone arrivate nelle aree rurali di Aleppo e Islib negli ultimi giorni, spesso solo con i vestiti che avevano indosso, molti sono costretti a dormire in tenda o in edifici non riscaldati. Nonostante le temperature che scendono al di sotto dello zero.

A denunciarlo è Save the Children, proprio nell’#AleppoDay voluto per la giornata di oggi, 22 dicembre, dall’Unicef. Tra gli sfollati, affermano, migliaia di bambini e neonati in condizioni di estrema vulnerabilità, spesso malnutriti e particolarmente deboli, dopo aver vissuto mesi sotto assedio, senza cibo adeguato per nutrirsi. Moltissimi anche, riferiscono gli operatori umanitari, i bambini rimasti soli, separati dai loro genitori nella confusione che spesso si crea dopo la discesa dai bus con i quali le popolazioni sono state evacuate da Aleppo est, con le persone che si disperdono in cerca di cibo.

«Al punto di incontro dove gli autobus arrivano da Aleppo, i bambini sono in stato di shock totale quando vedono la frutta o i pasti caldi che vengono distribuiti. Molti bambini, quando scendono di corsa dagli autobus pur di accaparrarsi una mela o una banana, finiscono con il perdere i propri genitori e restano separati dalle loro famiglie», racconta Muslem Essa, un operatore umanitario impegnato con l’organizzazione locale Violet a Idlib. Alcuni non hanno visto un pezzo di frutta da almeno sei mesi e «sui loro volti, così come su quelli di tanti adulti, i segni della malnutrizione sono evidenti. Per giorni – prosegue Muslem -, in attesa dell’evacuazione, i bambini hanno sofferto la fame, e ora sono esausti, alcuni di loro malati e ovviamente traumatizzati. Quando arrivano, i loro volti e le loro mani sono completamente neri e ricoperti di polvere di carbone, visto che negli ultimi giorni hanno bruciato mobili e qualsiasi altra cosa pur di riscaldarsi in qualche modo».

Con l’abbassarsi delle temperature sale la preoccupazione anche per quanti sono ancora intrappolati ad Aleppo est. Famiglie che aspettano di essere evacuate, e intanto continuano a dormire in strada o in edifici bombardati, privi di cure mediche, cibo e carburante. I negoziati per completare l’evacuazione da Aleppo est e dai villaggi sotto assedio di Fuaa e Kefraya, nella zona di Idlib sono tuttora in corso ma la neve e il cattivo tempo rischiano di ritardarne l’attuazione, chiariscono da Save the Children. «La tempesta di neve sta compromettendo gravemente anche la possibilità di prestare soccorso alle popolazioni di Idlib». I partner di Save the Children sul campo riferiscono che le ambulanze sono bloccate sulle strade a causa della neve, ritardando ulteriormente il trasferimento dei pazienti che già da giorni aspettavano di ricevere cure mediche.

Anche nelle aree rurali di Idlib e Aleppo le famiglie vulnerabili hanno urgente bisogno di aiuto ma la neve sta rendendo molto complicato il passaggio delle ambulanze e dei camion con i soccorsi. «Negli ultimi tre giorni – racconta il medico Mounir Hakimi, presidente di Syria Relief – abbiamo ricevuto 30 bambini gravemente feriti in un ospedale che supportiamo. Molti dei casi che stiamo assistendo riguardano infezioni da ferite che non sono state curate in maniera adeguata durante l’assedio. Per questo motivo, siamo spesso costretti ad amputare gli arti che purtroppo non possono essere salvati. Nei punti di accoglienza, vediamo gente scendere dagli autobus che è esausta e che sta letteralmente morendo di fame. Non avrei mai pensato, in vita mia, di vedere gente così disperata pur di magiare un biscotto». Ora tra i bisogni più urgenti ci sono coperte e scorte di cibo. «Sappiamo – conclude il dottore – che la neve renderà il nostro lavoro ancora più difficile nei prossimi giorni».

Non si ferma intanto l’impegno di Save the Children per le famiglie sfollate arrivate di recente da Aleppo est: aiuti alimentari, sovvenzioni, coeprte e kit di emergenza. «Stiamo inoltre continuando a fornire supporto ulteriore a strutture mediche e scuole per via dei bisogni crescenti. I nostri partner – afferma Nick Finney, direttore di Save the Children in Siria nordoccidentale – stanno lavorando senza tregua e in maniera eroica, con le temperature sotto lo zero, per aiutare le famiglie che arrivano da Aleppo est. I bisogni sono enormi: migliaia di bambini sono arrivati in questi ultimi giorni affamati, infreddoliti e terrorizzati, dopo mesi trascorsi sotto l’assedio e i bombardamenti. Hanno bisogno immediatamente di cibo, di un posto dove stare e di cure mediche. Poi – continua – sarà fondamentale riuscire a farli tornare a scuola, perché possano recuperare un senso di normalità nella loro vita, dopo queste esperienze traumatiche».

La richiesta dell’associazione agli osservatori internazionali dell’Onu è di entrare ad Aleppo est entro le prossime 24 ore e di monitorare l’evacuazione dei civili ancora intrappolati, assicurando che i più vulnerabili e più difficili da raggiungere –  malati, anziani e bambini – siano in grado di abbandonare l’area in maniera dignitosa. Ancora, l’organizzazione chiede la fine immediata dell’assedio in tutta la Siria, dove ancora circa 750mila persone vivono sotto assedio, senza cibo sufficiente, carburante e cure mediche, e con temperature ormai al di sotto dello zero.

Per sostenere Save the Children in Siria: www.savethechildren.it/siria.