Sbarcati ad Ancona i migranti soccorsi dalla Life Support

L’imbarcazione di Emergency li aveva raccolti il 12 novembre, nella zona Sar maltese. «È la quinta missione in cui la nave è assegnata a un porto nel nord dell’Adriatico»

Sono sbarcate ieri pomeriggio, 17 novembre, nel porto di Ancona le 49 persone soccorse nei giorni scorsi dalla nave Life Support di Emergency. Più precisamente, il salvataggio ha avuto luogo martedì 12 novembre, nelle acque internazionali all’interno della zona Sar (search and rescue) maltese, dopo che la barca in difficoltà è stata individuata direttamente dal ponte di comando della Life Support.

Dall’organizzazione sottolineano che è la quinta missione in cui la nave è stata assegnata a un porto nel nord del Mare Adriatico, a circa cinque giorni di navigazione dal luogo dove è stato effettuato il soccorso. «Abbiamo terminato lo sbarco delle persone soccorse e tutto si è svolto regolarmente – commentato il comandante Domenico Pugliese -. È la prima volta che le autorità ci assegnano il porto di Ancona, ma nell’insieme è la quinta che veniamo mandati in un Pos che si trova nel nord dell’Adriatico. Arrivare fin qui comporta una lunga navigazione dalla zona Sar, quindi una lunga assenza dalla zona operativa, e un ulteriore disagio per i naufraghi», aggiunge.

Le 49 persone soccorse, tra cui 6 donne e 6 minori non accompagnati, provengono da Siria, Egitto e Bangladesh. Paesi devastati da conflitti armati, instabilità politica, corruzione, povertà e cambiamenti climatici. «A bordo erano presenti naufraghi principalmente provenienti dalla Siria – riferisce Chiara Picciocchi, mediatrice culturale a bordo della Life Support -, un Paese dove il conflitto continua a segnare la vita delle persone, nonostante se ne parli sempre di meno. Spesso – aggiunge – sentiamo storie di persone che devono lasciare la Siria per trovare lavoro o per non venire discriminate. È importante ricordare che gli strascichi di una guerra continuano anche per anni dopo che i conflitti armati diretti diminuiscono di intensità, per questo motivo ci sono ancora tantissime persone che rischiano la propria vita partendo dalla Siria e andando prima in Libia e poi in Europa: cercano una vita migliore in un posto dove possano vedere i propri diritti rispettati, e noi non possiamo che augurare loro il meglio».

L’operazione di salvataggio conclusa ieri rappresenta il 48° intervento della Life Support, che ha iniziato le operazioni di ricerca e soccorso nel dicembre 2022, operando in 26 missioni distinte e soccorrendo, complessivamente, 2.342 persone.

18 novembre 2024