“Smaschilizzare la Chiesa?”. La risposta della teologia
Presentato il libro con i contributi di Vantini (Coordinamento teologhe italiane), suor Pocher e don Castiglioni al Consiglio dei cardinali. Il modello di Maria, discepola e mistagoga. Il desiderio di «suscitare un’alleanza»
Il Papa e la Chiesa hanno il «desiderio di ascoltare le donne che parlano dal proprio punto di vista». Questo il messaggio che è emerso ieri, 7 marzo, alla vigilia della Giornata internazionale delle donne, dall’evento di presentazione del libro “Smaschilizzare la Chiesa? Confronto critico sui principi di H.U. von Balthasar”, che ha avuto luogo sui canali social delle edizioni Paoline.
Scritto dalla presidente del Coordinamento delle teologhe italiane Lucia Vantini con suor Linda Pocher, docente di Mariologia e Cristologia alla Pontificia Facoltà Auxilium, e don Luca Castiglioni, docente di Teologia fondamentale al Seminario di Milano e socio dell’Associazione teologica italiana e del Coordinamento teologhe italiane, il volume edito dalla San Paolo è composto dai contributi che i tre esperti hanno presentato lo scorso dicembre al Consiglio dei cardinali – il gruppo di lavoro che ha la finalità di coadiuvare e consigliare il Papa nel governo della Chiesa -, a cui sono stati chiamati a prendere parte dallo stesso Francesco, che del libro in oggetto firma la prefazione.
Moderati da Patrizia Morgante, presidente dell’associazione di promozione sociale “Donne per la Chiesa”, gli autori hanno analizzato quelli che per il teologo svizzero – sul cui pensiero «il magistero rispetto alla donna in questi ultimi 50 anni si è soprattutto appoggiato», come ha spiegato Pocher -, sono i due principi di unità che la Chiesa ha in sé ossia quello mariano e quello petrino. Il primo, ritenendo che la mariologia non possa essere disgiunta dall’ecclesiologia, sostiene che mediante il “sì” di Maria a Dio il mistero della Trinità sia entrato nella storia mentre il secondo ha una funzione gerarchica e ha a che fare con l’istituzione della Chiesa e dunque con la santità oggettiva della Scrittura, dei sacramenti e della gerarchia ecclesiastica.
Critica nei confronti di questi due principi, Vantini ha detto in primo luogo che «essere in conflitto, come dice Papa Francesco in Evangelii gaudium, non significa “farsi la guerra” ma mettere in gioco le nostre differenze cercando una sintesi superiore che non le cancelli ma, anzi, le valorizzi»; quindi ha notato come «il cosiddetto principio mariano-petrino potrebbe essere usato per normare le vite e per escludere o cancellare qualcuno». La tesi della teologa è che «la smaschilizzazione della Chiesa non è un danno al maschile che servirebbe ad avvantaggiare il femminile» ma è invece «una liberazione da una serie di stereotipi che ha indebolito più le donne che gli uomini, pure se è ricaduta su entrambi i sessi», in un modo tale per cui «fatichiamo ad aprirci a nuova alleanza di cui c’è bisogno oggi quando il contratto sessuale della spartizione dei ruoli ha mostrato e mostra tutta la sua fatica, senza porre un’alternativa in atto».
Per Vantini c’è il rischio che «alcune immagini femminili, che possono risultare anche affascinanti ed attraenti, siano talmente idealizzate» da rendere «la profezia femminile come qualcosa di semplicemente ispirante come Beatrice per Dante». Ben si integra a questa analisi il lavoro di suor Linda, che nel testo rilegge due scene bibliche che riguardano la madre di Gesù, slegandosi da visioni stereotipate e astratte e lasciando invece intravedere una storia di forte protagonismo femminile per cui la madre di Gesù è, insieme ad altre donne, discepola e mistagoga. «È importante avere delle icone e dei modelli a cui guardare e trovare nel Vangelo dei punti di riferimento – ha affermato la religiosa -; il problema si pone quando tali modelli diventano qualcosa di rigido e di normativo ed è in questo che la teologia biblica ci viene in aiuto permettendoci di riscoprire la persona concreta di Maria, di Maddalena o di Pietro», consentendo così «di non cadere nel rischio di astrarle fino a farne soltanto un’idea o un principio».
Da parte sua, don Castiglioni ha osservato come «con Von Balthasar negli anni ’70-’80 la differenza sessuale entra in teologia in termini di prospettiva di ricerca» poiché il teologo «prende atto che ci sono gli uomini e ci sono le donne e che questa realtà non è ininfluente rispetto anche al pensiero dell’antropologico e del teologico». Ancora, il sacerdote, riconoscendo il desiderio «di suscitare un’alleanza», ha affermato che «pensare il maschile e il femminile nella Trinità obbliga a chiarirsi rispetto alla metafora paterna: in cristologia obbliga a domandarsi se vi è un valore salvifico legato alla maschilità del figlio di Dio incarnato in Gesù Cristo e in ecclesiologia obbliga a prendere atto di queste relazioni».
8 marzo 2024