Terremoto, la comunità dell’Appio Latino stretta intorno al piccolo Gabriele
Nel sisma di Amatrice ha perso papà, mamma e sorella. A San Giovanni Battista de’ Rossi i funerali della famiglia Pedicone, con il vescovo Marciante
Nel sisma di Amatrice ha perso papà, mamma e sorella. A San Giovanni Battista de’ Rossi i funerali della famiglia Pedicone, con il vescovo Marciante
Era lì, in chiesa, a pregare davanti alle salme di papà Gianluca, di mamma Letizia e della sorellina Martina. Gabriele, 8 anni, ha perso i suoi cari a causa del terremoto che ha colpito Gallinaro, dove la famiglia Pedicone si trovava in vacanza. Lui è riuscito a salvarsi miracolosamente passando da un pertugio e trovando riparo sul tetto della casa crollata in seguito al sisma. Gabriele, però, non è rimasto solo. Al suo fianco, nella chiesa di San Giovanni Battista de’ Rossi, c’erano, e promettono di restare con lui, gli zii, i nonni e la comunità parrocchiale, che non ha solo partecipato ai funerali ma ha manifestato anche un segno di vicinanza concreta al bambino. All’Appio Latino sia la parrocchia sia la scuola stanno organizzando per lui una raccolta di fondi.
Nella notte del dolore Gabriele ha vagato tra le macerie finché qualcuno l’ha riconosciuto. È stato lui a indicare ai soccorritori dove si trovavano i genitori. «Siete volati in cielo in una notte d’estate, lasciandoci un angelo. Aiutateci ad accudirlo al meglio, sarete sempre con noi», scrivono i membri del gruppo del teatro che frequentavano mamma e figlia. La famiglia Pedicone era molto attiva e molto amata nella parrocchia dove sono stati celebrati i funerali. «Ci mancheranno tutti loro, ma ci hanno lasciato un angelo, dobbiamo occuparcene», è l’invito tra i membri della comunità nei gruppi su Whatsapp. Gabriele è stato affidato alla zia, è circondato dall’affetto dei nonni, non parla molto, a volte chiede della sorellina.
A San Giovanni Battista de’ Rossi svolge il servizio di chierichetto. Tante volte è stato all’altare assieme al parroco, don Mario Pecchielan, per servire Messa. Stavolta don Mario lo osserva da lì: «Guardandolo in faccia ho visto negli occhi luminosi grande serenità. Durante la Messa pregava e cantava. Ha dimostrato di essere un bambino molto maturo». Tutta la comunità è pronta a dare una mano e a sostenerlo: «C’è già molta generosità che si sta attivando – ha detto il parroco -. La sua era una famiglia molto inserita ed era parte viva della nostra comunità, per cui questo dramma ci ha toccato profondamente».
La celebrazione eucaristica con la quale è stato dato l’ultimo saluto alla famiglia Pedicone è stata presieduta dal vescovo ausiliare del settore Est Giuseppe Marciante, che nell’omelia non ha dribblato la domanda più comune in occasione delle grandi tragedie: “Dov’è Dio?”. «Dio soffre anche lui! È Mistero! Ma Dio è sotto quelle macerie – ha affermato -, perché ha scelto di farsi carne, ha scelto di condividere la fragilità, la sofferenza e la morte di ogni essere umano. Da quando il Figlio di Dio è morto sulla croce ed è entrato nel grembo della terra, nella realtà cosmica e non solo nell’uomo, c’è un seme di resurrezione che per sbocciare deve attraversare la morte». Infine, una parola di speranza per il bambino: «Carissimo Gabriele, come ogni domenica insieme a papà, mamma e Martina, sei venuto in chiesa a celebrare l’Eucaristia. Tu partecipi da quaggiù, i tuoi cari partecipano al banchetto del cielo. Per loro è sempre domenica, non conoscono più il tramonto e la sera, per loro è sempre giorno perché abitano nella città di Dio, la Gerusalemme del cielo, e partecipano a una grande festa dove danzano insieme agli angeli e i loro nomi sono scritti nei cieli».
5 settembre 2016