“The Space Migrant”, campagna social per i minori migranti
L’iniziativa di Save the Children per sensibilizzare sul dramma di milioni di piccoli in fuga da soli. Neri: «Facilitare le riunificazioni familiari»
Un’idea provocatoria, un video spiazzante e fuori dagli schemi, per rilanciare sui social il dramma dei milioni di minori migranti e rifugiati che fuggono da conflitti, violenze o povertà, spesso da soli. È la nuova campagna lanciata da Save the Children all’indomani del vertice sulle migrazioni all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e in concomitanza con il vertice dei leader sulla crisi mondiale dei rifugiati organizzato dal presidente Usa Obama, che si è svolto ieri, 20 settembre, a New York. Il titolo: “The Space Migrant”.
Protagonista della campagna è Amadou, un minore migrante non accompagnato interpretato nel video da un giovane attore. In lui, spiega il direttore generale di Save the Children Italia Valerio Neri, sono rappresentati tutti gli adolescenti e i bambini migranti che vorrebbero trovare una vita migliore sulla Terra. «Si scontrano invece con una realtà in cui, una volta lasciato il proprio Paese, per loro troppo spesso non c’è posto in nessun altro luogo – osserva -; per questo abbiamo immaginato lo Spazio, in maniera assolutamente provocatoria, come unica opportunità di futuro per loro».
L’Europa, dichiara ancora Neri, «continua a dimostrare di voler difendere i propri confini invece che la vita dei bambini, rimandando decisioni fondamentali per affrontare in modo adeguato la crisi migratoria». E le sue divisioni interne si ripercuotono soprattutto sui più vulnerabili, «visto che il 28% dei migranti che ha raggiunto il continente sono minori, tra cui molti minori non accompagnati, e il 18% donne, tra cui molte madri con figli piccoli anche sole o donne in stato di gravidanza». La richiesta alla comunità internazionale è dunque che «si facilitino le riunificazioni familiari e vengano accelerati e potenziati, dando priorità ai minori, i programmi di ricollocazione nei Paesi europei e quelli di reinsediamento, che costituiscono un canale sicuro per evitare che questi si affidino ripetutamente a trafficanti senza scrupoli».
Attenzione puntata, dunque, contro l’inasprimento delle politiche migratorie a cui si sta assistendo in tutto il mondo. Amadou, il protagonista simbolico del video, ha affrontato un lungo e pericoloso tragitto per arrivare in Italia, prima a piedi attraverso il deserto e poi sfidando il Mediterraneo su un’imbarcazione di fortuna. Ma proprio quando pensa di essersi lasciato alle spalle la fatica e le insidie del viaggio e di essere approdato in un luogo sicuro e protetto, si trova nuovamente esposto a rischi e difficoltà perché nessun Paese è disposto ad offrirgli accoglienza e protezione. È qui che Save the Children immagina provocatoriamente di lanciare un programma di assistenza ai minori non accompagnati che prevede di dare loro un futuro nello spazio. Amadou vorrebbe rimanere sulla Terra ma, di fronte alla barriere incontrate, sceglie di prepararsi come un vero e proprio astronauta per affrontare il viaggio nello spazio, “ultimo rifugio” simbolico in cui non esistono né muri né barriere.
Secondo le stime dell’associazione, dal 1 gennaio al 18 settembre 2016 sono arrivati in Italia via mare circa 130.200 migranti, di cui oltre 17.850 donne e oltre 20.235 minori, in grande maggioranza non accompagnati (circa 18.225 minori non accompagnati e circa 2.100 minori accompagnati). I principali Paesi di provenienza dei minori non accompagnati sono, nell’ordine, Eritrea, Egitto, Gambia, Nigeria, Guinea, Somalia e altri Paesi dell’Africa subsahariana e occidentale.
21 settembre 2016