Unicef: il mondo di oggi «sempre più ostile ai diritti dei bambini»

Nella Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, la direttrice generale Russell accende i riflettori sui 400 milioni di piccoli che vivono o sono fuggiti da zone di conflitto. Ma il rischio è alto anche «al di là delle zone di guerra», per povertà, emergenze sanitarie e crisi climatica

Sono 400 milioni nel mondo – vale a dire 1 su 5 – i bambini che vivono o sono fuggiti da zone di conflitto. Ad accendere i riflettori su di loro è la direttrice generale Unicef Catherine Russell, in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi, 20 novembre. Molti di loro, aggiunge, «sono stati feriti, uccisi o hanno subito violenza sessuale. Stanno perdendo membri della famiglia e amici. Diversi bambini vengono reclutati da gruppi o forze armate. Molti di loro sono sfollati diverse volte, rischiando di essere separati dalle proprie famiglie, perdendo anni essenziali di istruzione e indebolendo i legami con le proprie comunità».

Il 20 novembre di ogni anno, spiega Russell, «celebriamo la Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza per commemorare l’adozione nel 1989 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il trattato sui diritti umani più ratificato della storia. Ratificando questo quadro giuridico internazionale – prosegue -, i leader del mondo hanno riconosciuto che tutti i bambini hanno diritti inalienabili. E hanno promesso che i governi avrebbero garantito la protezione e il rispetto di tali diritti. Sfortunatamente, i bambini oggi vivono in un mondo sempre più ostile ai loro diritti. In nessun caso ciò è più evidente che nell’esperienza dei bambini colpiti dai conflitti».

La direttrice generale Unicef fa parlare i dati: le Nazioni Unite, riferisce, «hanno verificato più di 315mila gravi violazioni dei diritti dei bambini in aree in conflitto tra il 2005 e il 2022. Questi sono solo i casi verificati, per cui il numero reale delle violazioni è sicuramente molto più elevato». In ogni caso, i diritti dei bambini sono a rischio anche al di là delle zone di conflitto. «Altre crisi stanno violando i diritti dei bambini, ed è profondamente preoccupante – sono ancora le parole di Russell -. Tra queste, l’aumento della povertà e delle disuguaglianze, le emergenze di sanità pubbliche e, naturalmente, la crisi climatica globale».

Proprio il cambiamento climatico p una minaccia esistenziale alla salute e al benessere dell’attuale e delle future generazioni di bambini. Basti pensare che «a livello globale, più di 1 miliardo di bambini attualmente vive in Paesi che sono a rischio estremamente alto per gli impatti del cambiamento climatico. Questo significa che metà dei bambini del mondo potrebbe subire danni irreparabili a causa del continuo riscaldamento del nostro pianeta – rileva la direttrice Unicef -. Potrebbero perdere le proprie case o le scuole a causa di tempeste sempre più violente, potrebbero soffrire di malnutrizione acuta grave a causa dell’inaridimento dei raccolti dovuto alla siccità o potrebbero perdere la vita a causa di ondate di calore o polmonite dovute all’inquinamento atmosferico».

Dall’adozione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, 34 anni fa, «i diritti dei bambini non sono mai stati così a rischio – è la tesi di Russell -. Per questo dobbiamo agire adesso. Chiedo a tutti, dall’Unicef e i nostri partner della comunità per i diritti dell’infanzia ai governi, alle organizzazioni della società civile e al settore privato, di essere più forti nel sostenere e difendere la realizzazione e la protezione dei diritti dei bambini. Ciò significa sostenere l’allineamento dei quadri giuridici nazionali alla Convenzione e ad altri standard internazionali e mettere in pratica tali standard – spiega -. Significa anche riaffermare lo status dei bambini come titolari di diritti distinti e indipendenti e garantire che coloro che violano i diritti dei bambini siano chiamati a rispondere dei loro atti, ovunque questi si verifichino».

Oggi, riflette Russell, «dovrebbe essere una giornata in cui celebriamo i progressi per i diritti dei bambini in tutto il mondo, ma questi diritti sono sotto attacco. Questo non ci deve scoraggiare, ma farci diventare ancora più decisi a garantire che la promessa della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sia mantenuta, per ogni bambino», conclude.

20 novembre 2023