Usa e Gran Bretagna bombardano basi Houthi in Yemen

Partiti, nella notte, attacchi congiunti contro i ribelli appoggiati dall’Iran, per indebolire la loro capacità di attaccare le navi nel Mar Rosso. Il presidente statunitense Biden: «Risposta diretta agli attacchi Houthi». L’Iran: «Impedire che la guerra in Medio Oriente si allarghi»

«Oggi, su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo». Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato con queste parole il bombardamento iniziato nella notte contro postazioni Houthi in Yemen, dopo che i miliziani hanno sfidato il monito a non proseguire i loro raid nel Mar Rosso. Si tratta, ha spiegato, di una «risposta diretta agli attacchi Houthi», insomma, e Biden ha sottolineato che non esiterà a «prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario».

Missili lanciati da cielo, terra e mare – con il sottomarino Uss Florida – ha colpito oltre una dozzina di obiettivi dei ribelli yemeniti, da anni il lotta contro il governo sunnita, appoggiati dall’Iran. Sistemi radar, depositi e siti di lancio di droni, missili balistici e missili da crociera e altro ancora. L’obiettivo: indebolire la loro capacità di attaccare le navi nel Mar Rosso, ha spiegato un dirigente Usa alla Cnn. In risposta, gli Houthi avrebbero lanciato una raffica di missili Cruise e balistici contro navi da guerra degli Stati Uniti e del Regno Unito nel Mar Rosso, secondo quanto riferiscono fonti degli insorti. «Il nostro Paese è stato sottoposto a una massiccia aggressione da parte di navi, sottomarini e aerei da guerra», ha affermato il viceministro degli Esteri dei ribelli, Hussein Al-Ezzi, aggiungendo che «l’America e la Gran Bretagna devono prepararsi a pagare un prezzo pesante e a sopportare tutte le terribili conseguenze di questa palese aggressione».

«Grande preoccupazione» nella vicina Arabia Saudita. A esprimerla, il ministero degli Esteri di Riyad, in una nota in cui si invita «all’autocontrollo e a evitare un’escalation». Parla invece di «provocazione contro la nazione palestinese» l’esponente di Hamas Sami Abu Zhouri, citato dai media, secondo cui l’aggressione contro settori dell’esercito yemenita «perché si è schierato con Gaza» indica «la decisione di espandere l’area del conflitto al di fuori della Striscia. Questo – aggiunge – avrà delle conseguenze».

Il portavoce del ministero degli Esteri dell’Iran Nasser Kanani ha «fermamente condannato gli attacchi di Usa e Gran Bretagna contro varie città in Yemen, ritenendoli un’azione arbitraria, una chiara violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen e una violazione del diritto e dei regolamenti internazionali». Come riferisce il ministero degli Esteri di Teheran su X, Kanani ha affermato che «l’unico risultato degli attacchi sarà creare instabilità nella regione». Collegando i raid al sostegno degli Usa per Israele, il funzionario ha chiesto alla comunità internazionale di «impedire che la guerra si allarghi»

Anche Mosca condanna gli attacchi contro i ribelli Houthi, parlando di un’azione che porta a un’«escalation» e che ha «obiettivi distruttivi». Per la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, «gli attacchi statunitensi nello Yemen sono un nuovo esempio della distorsione da parte degli anglosassoni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e del totale disprezzo del diritto internazionale in nome di un’escalation nella regione per raggiungere i loro obiettivi distruttivi», scrive su Telegram. Per questo la Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu nella giornata di oggi, 12 gennaio, ha annunciato su Telegram la missione permanente russa all’Onu, riferisce l’agenzia Tass. L’incontro è previsto per le 10, ora locale.

Intanto, si fa il bilancio dell’attacco: 5 morti e 6 feriti in Yemen per i raid condotti contro le basi degli Houthi, 73 in tutto, secondo il portavoce ufficiale del gruppo Ansar Allah, Muhammad Abdul Salam. «Non abbiamo preso di mira nessun Paese al mondo tranne Israele – spiega all’emittente Al Jazeera -. Le forze armate hanno dato una risposta iniziale e la amplieremo molto presto. Continueremo a prendere di mira le navi israeliane dirette verso di loro fino alla fine dell’aggressione contro Gaza. Non esiste alcuna alleanza navale nel Mar Rosso e c’è solo l’aggressione americano-britannica. Abbiamo contattato i Paesi che fanno parte della coalizione e ci hanno assicurato che non avrebbero partecipato all’aggressione».

Secondo i ribelli, «la posizione yemenita è stata efficace, il che ha spinto l’America ad annunciare un’alleanza contro di noi. Ci sono morti e feriti a causa dei bombardamenti anglo-americani, e stiamo lavorando per contarli. Non ci sono danni reali dovuti ai raid lanciati contro di noi. La nostra risposta all’aggressione americano-britannica arriverà inevitabilmente», assicurano, ribadendo che «non c’è assolutamente alcuna giustificazione per questa aggressione contro lo Yemen, poiché non c’era alcuna minaccia alla navigazione internazionale nel Mar Rosso e nel Mar Arabico».

 

12 gennaio 2025