Vincent Lambert, Tribunale di Parigi ordina la ripresa dei trattamenti

Riprendono alimentazione e idratazione artificiali per l’uomo, 42 anni, in stato vegetativo dal 2008. L’avvocato: «Una vittoria immensa». La nota della Santa Sede. La Veglia per la vita convocata dai vescovi francesi

Colpo di scena nel caso di Vincent Lambert. A poche ore dall’interruzione della nutrizione e idratazione artificiali che mantengono in vita questo uomo di 42 anni in stato vegetativo dal 2008, la Corte d’appello di Parigi, a cui si erano rivolti i genitori, ha ordinato la ripresa dei trattamenti. Il tribunale, si legge nella sentenza, «ordina allo Stato francese di adottare tutte le misure necessarie» per far rispettare quanto deciso il 3 maggio scorso dal Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità circa il mantenimento di alimentazione e idratazione. La notizia è stata accolta con grida di gioia ed esultanza dai sostenitori di Vincent Lambert, riuniti in migliaia dalla sera di lunedì 20 maggio sugli Champs-Elysees, a Parigi, per una marcia di solidarietà. «Abbiamo vinto – grida l’avvocato Jean Paillot -. Il tribunale di Parigi ha ordinato provvedimenti provvisori, vale a dire la ripresa senza indugio della alimentazione e idratazione di Vincent. È una vittoria immensa. Solo la prima delle vittorie». Trattandosi di «una decisione provvisoria» di «sei mesi», l’avvocato precisa che la sentenza consente comunque «al comitato delle Nazioni Unite di studiare il caso».


«Rendiamo grazie a Dio», esulta monsignor Bernard Ginoux, vescovo di Montauban. «L’appello è stato ascoltato. È stata emessa una sentenza umana che permette oggi di salvare Vincent». Sulla vicenda era intervenuto anche Papa Francesco che in un tweet lanciato proprio nel giorno in cui i medici hanno staccato le macchine aveva scritto: Preghiamo per quanti vivono in stato di grave infermità. Custodiamo sempre la vita, dono di Dio, dall’inizio alla fine naturale. Non cediamo alla cultura dello scarto».

L’uomo in stato vegetativo da 11 anni è al centro di una battaglia legale tra la moglie Rachel Lambert, che ha chiesto più volte di sospendere le terapie, e i genitori da sempre contrari. Dopo i vari ricorsi respinti, il via libera alla interruzione dei trattamenti è arrivato dal Consiglio di Stato il 24 aprile in base alle volontà espresse da Lambert, prima dell’incidente. I genitori, Pierre e Viviane Lambert, aveva lanciato un ultimo appello a Emmanuel Macron, contro quella che definiscono una forma di «eutanasia mascherata». Ma Jean Leonetti, padre della legge del 2016 sul fine vita, ha risposto che «il Presidente della Repubblica non può sostituirsi al potere dei tribunali e alle decisioni dei medici».

Nei giorni scorsi erano scesi in campo i vescovi francesi. Molto forte la posizione presa dal gruppo di bioetica della Conferenza episcopale francese guidata dal vescovo Pierre D’Ornellas che in un comunicato subito afferma: «Vincent Lambert ha diritto ad una protezione adeguata, proprio come qualsiasi persona disabile. Ogni persona disabile, non importa quanto fragile, ha gli stessi diritti per tutti gli altri». E ricordando il parere espresso dal Comitato Cidph dell’Onu, chiede: «Perché tutta questa fretta nel condurlo alla morte? Si può riaffermare che la decisione presa riguarda ovviamente solo il signor Vincent Lambert perché la sua situazione è unica e complessa. Ma chi garantirà che tutte le persone che condividono una disabilità simile alla sua saranno effettivamente protette dallo Stato che, pur impegnandosi ufficialmente, ad oggi però non ha rispettato il suo impegno? La credibilità dello Stato dipende dal rispetto della parola data».

Con una presa di posizione netta e quasi inedita, il dicastero per Laici, famiglia e vita e la Pontificia Accademia per la vita hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui il prefetto del dicastero, il cardinale Kevin Farrell, e il presidente dell’Accademia, Vincenzo Paglia, hanno definito l’interruzione dei trattamenti a Vincent una «grave violazione della dignità della persona». Una «forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita». Nella nota, la Santa Sede tiene a precisare che «l’alimentazione e l’idratazione costituiscono una forma di cura essenziale sempre proporzionata al mantenimento in vita» e che «alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica, finché l’organismo della persona è in grado di assorbire nutrizione e idratazione, a meno che non provochi sofferenze intollerabili o risulti dannosa per il paziente». I due organismi vaticani concludono con l’auspicio che possano «essere trovate al più presto soluzioni efficaci per tutelare la vita del signor Lambert». Ieri sera intanto, martedì 21 maggio, tutti i vescovi dell’Île-de-France hanno dato appuntamento per la XI Veglia per la vita, a Saint-Sulpice sul tema, “Nella prova: scegliere la vita”. (M. Chiara Biagioni)

22 maggio 2019