A piazza del Popolo la missione con il volto dei giovani

Porte aperte, a Santa Maria in Montesanto, per accogliere turisti e passanti, invitandoli alla preghiera. Adorazione e confessione in varie lingue

Porte aperte, nella chiesa di Santa Maria in Montesanto, per accogliere turisti e passanti, invitandoli alla preghiera. Adorazione e possibilità di confessione in varie lingue

Un mini campetto di calcio in cui si sfidano preti e passanti; più in là giovani missionari che chiacchierano tra la gente intenta a raggiungere le vie dello shopping. E poi un via vai di persone che piano piano si lasciano guidare in chiesa, con un piccolo lumino acceso in mano. Fino all’altare. Per una preghiera e un momento di riflessione. È stato un pomeriggio davvero particolare quello che sabato 28 novembre a piazza del Popolo, davanti alla chiesa rettoria di Santa Maria in Montesanto, hanno vissuto gli habituè delle passeggiate in centro, i turisti e i giovani romani grazie all’iniziativa di nuova evangelizzazione promossa dalla rettoria guidata da don Walter Insero, incaricato diocesano dell’Ufficio Comunicazioni sociali, in collaborazione con Gioventù missionaria e Regnum Christi. «Abbiamo pensato di creare un’occasione di accoglienza nell’Anno Santo della misericordia proprio per le persone che di solito il sabato pomeriggio affollano la piazza – spiega il rettore -. I missionari inviteranno le persone ad entrare in chiesa per un momento di preghiera. Ci sarà l’adorazione eucaristica, i canti, momenti di silenzio. Diversi sacerdoti saranno disponibili per la confessione in varie lingue».

Intanto nella piazza i giovani missionari portano la croce con la scritta “Apri la porta a Cristo tuo Salvatore”, mentre un gruppetto di ragazzi, seduti sui gradini del sagrato, pop corn in abbondanza e allegria da sabato pomeriggio, osservano tutta la scena con aria divertita e scanzonata. Cecilia Bayón, da 15 anni laica consacrata del Regnum Christi, sguardo sorridente e gentile, spiega: «Vogliamo far vedere una piazza e una Chiesa che accoglie, e che insegna il volto di Gesù alle persone, per trasmettere la misericordia di Dio che si fa presente. Così per caso, camminando, è possibile incontrare Dio». Responsabile da tre anni della Gioventù missionaria a Roma, di una trentina di ragazzi dai 17 ai 23 anni circa, è Barbara Giannetti, 22 anni, studentessa di Giurisprudenza. «Molte persone spesso non entrano in chiesa per paura – racconta anche lei con sguardo sorridente e pieno di gioia -. Qualcuno a volte non lo fa perché pensa di non sentirsi degno, perché per esempio non prega da tantissimo tempo. Poi invece, una volta vinta la titubanza o più spesso il pregiudizio, accettano e così rimangono colpiti anche dalla grandezza del Santissimo esposto. Tutta l’attenzione è focalizzata lì. E quindi poi spesso sono spinti a confessarsi».

A guidare i giovani, tra i religiosi, c’è anche Stefano Panizzolo, seminarista. «Abbiamo voluto accogliere l’invito di Francesco a non rimanere chiusi, ma a sperimentare una Chiesa in uscita – sottolinea -. Certamente Roma è più difficile da evangelizzare, si va di fretta, è una città in movimento, dinamica, con tante proposte. Noi invitiamo le persone in chiesa a partecipare ad un momento di preghiera, e questo poi permette di arrivare alla confessione, e alla misericordia». Intanto, sui gradini del sagrato quei ragazzi divertiti dalla scena, insolita per la piazza, non ci sono più. Una giovane missionaria li ha invitati a entrare in chiesa. In silenzio e tutto a un tratto seri e rispettosi, ora stanno in fila verso l’altare, con il loro piccolo lumino in mano.

30 novembre 2015