Unioni civili, l’Ac di Roma mette in guardia «rischio confusione»

La presidente Rosa Calabria: «Il registro voluto dal Campidoglio confonde sulle parole famiglia e matrimonio. E alla fine non serve a nulla»

La presidente Rosa Calabria: «Il registro voluto dal Campidoglio confonde sulle parole famiglia e matrimonio. E alla fine non serve a nulla»

«Una decisione illegale, che non segue le leggi promulgate dal parlamento, e che alla fine non serve a nulla». Così Rosa Calabria, presidente dell’Azione cattolica di Roma, entra nel vivo della delibera approvata dall’assemblea capitolina sull’istituzione del registro delle unioni civili. «Scambiamo la famiglia con le unioni civili, ma per riconoscere pubblicamente l’unione tra un uomo e una donna c’è già il matrimonio civile», osserva la presidente dell’Ac. Ne consegue che, alla fine, «questi registri serviranno esclusivamente alle coppie omosessuali, senza essere però realmente utili».

Per la presidente di Azione cattolica Roma «continuiamo a confondere i giovani sul significato del matrimonio». Calabria riconosce che «ci sono coppie omosessuali serie, che dopo tanti anni si vedono disconosciuti dei diritti, ad esempio nel caso di un ricovero ospedaliero, ma non è questa la strada giusta, bensì è il parlamento che deve valutare queste situazioni e decidere in merito, senza però confondere matrimonio e altre unioni».
«Quanti vivono seriamente la propria omosessualità sono per lo più riservati e non la sbandierano in pubblico», annota la presidente di Ac, definendo gay pride, matrimoni omosessuali e registri «puro esibizionismo».

30 gennaio 2015