Allarme povertà, a Roma nuovi disperati per la crisi

Presentato il Rapporto Caritas. Il 45% degli utenti che si rivolgono ai Centri d'ascolto sono italiani. La crisi ha cancellato 35mila posti di lavoro regolari

Non ha confini territoriali la mappa del disagio sociale a Roma; dalle periferie al centro della città cambiano i contesti ma non un malessere sempre più palpabile. Accanto alla povertà più tradizionale e visibile, in particolare quella dei senza dimora, emerge una classe di nuovi disperati che pagano un affitto, che lavorano o hanno lavorato e che però non hanno di che vivere. In dieci anni il tasso di disoccupazione è passato dal 7,2 al 9,8 per cento, con quella giovanile (15–24 anni) che oltrepassa quota 40%. I “Neet” («not engaged in education, employment or training»), giovani che non studiano né lavorano, nella Capitale sono il 22% nella fascia 15–29 anni.

La crisi ha cancellato 35mila posti di lavoro regolari, in particolare nell’edilizia, mentre nel terziario si stimano 308mila lavoratori irregolari. Sono i dati del rapporto della Caritas diocesana “La povertà a Roma: un punto di vista”, un volume di 240 pagine che affronta attraverso numeri e testimonianze alcune tra le maggiori emergenze sociali della Capitale. Lo studio è stato presentato sabato 11 novembre, alla Pontificia Università Lateranense, nell’assemblea di inizio anno dei volontari della Caritas e delle parrocchie con il vicario Angelo De Donatis. Il rapporto approfondisce gli aspetti più rilevanti che generano sofferenza ed emarginazione; «un’umanità perduta che le comunità cristiane incontrano quotidianamente – dice il direttore della Caritas diocesana, monsignor Enrico Feroci – e che cercano di aiutare, quando possibile, attraverso una rete di volontariato».

L’iniziativa è stata presentata a ridosso della prima Giornata mondiale dei poveri «voluta dal Papa come segno del Giubileo della misericordia per sostenere le comunità che si impegnano a vivere la carità nel quotidiano». Importanti, per il rapporto, i dati raccolti dai centri di ascolto presenti sul territorio. Oltre il 45% degli utenti sono italiani, molti anziani (un terzo degli ultrasessantacinquenni è a rischio povertà). Non conoscono crisi, invece, gli esercizi commerciali legati al gioco d’azzardo e ai Compro oro, mentre le persone censite senza fissa dimora sono 7.500, ma stime attendibili parlano del doppio.

Oltre 130mila gli alloggi sfitti, «l’emergenza casa coinvolge più di 30mila famiglie, tra queste 5mila persone vivono in case occupate abusivamente». Corposo il capitolo migranti. In città l’incidenza della popolazione straniera è di 377.217 su un totale di quasi 3milioni di residenti; gli stranieri sono il 13,1% «ma va precisato – si legge nello studio – che di questi il 44,3% sono europei». Il sistema di accoglienza e le sue strutture (Sprar, Cas) «sono in affanno». Per questo «si auspica la riduzione delle dimensioni dei centri e la loro diversificazione».

Infine le dipendenze e il gioco d’azzardo. All’inizio dell’anno risultano presi in carico a Roma quasi 7mila utenti per uso di sostanze stupefacenti e quasi mille per alcool, «si tratta solo della punta dell’iceberg», mentre il volume di affari dell’azzardo nel Lazio ha movimentato 7,8 miliardi di euro. Il profilo del giocatore prevalente è maschio, oltre 40 anni, con titolo di studio medio basso, mentre il 44% degli studenti abita o frequenta una scuola a pochi passi da un luogo in cui si può giocare. Un quadro preoccupante se si pensa che quasi il 50% degli studenti tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno scolastico 2015–2016.

 

13 novembre 2017