Caritas, oltre 1.200 giovani volontari per l’estate

50 i gruppi da tutta Italia attivi in mense, case famiglia e centri. I più numerosi da Veneto e Friuli. Pizzuti: «Partecipazione straordinaria»

Quasi 50 gruppi da tutta Italia impegnati in mense, case famiglia e centri di accoglienza. I più numerosi da Veneto e Friuli. Pizzuti: «Una partecipazione straordinaria»

«Abbiamo constatato con i nostri occhi, concretamente, che esiste la povertà; esiste chi non ha la possibilità di un pasto, di un vestito, di una doccia, di un letto o di una famiglia. Ciò ci ha fatto capire che niente è scontato; dallo svegliarsi al mattino, ritrovarsi in una casa accogliente, fino ad avere qualcuno che con la macchina ci accompagna a scuola». Annalisa, 17 anni di Padova, è una degli oltre 1.200 giovani che nei mesi di luglio e agosto scelgono la Caritas di Roma per un campo di volontariato. Si tratta di 47 gruppi provenienti da tutta Italia – cinque dalle parrocchie romane – che trascorrono una settimana nelle mense, nei centri di accoglienza e tra i minori delle case famiglia. Veneto e Friuli sono le regioni di provenienza con il maggior numero di gruppi, seguite da Lombardia, Puglia e Sicilia, ma anche da altre nazioni come Stati Uniti e Irlanda. Le diocesi di Treviso (9 gruppi) e Padova (8 gruppi) sono quelle con più volontari, seguite da Roma (5 gruppi). Si tratta per nella maggior parte dei casi di scout Agesci, non mancano però associazioni ecclesiali e iniziative parrocchiali. Sono dieci i gruppi che insieme all’esperienza di volontariato saranno ospitati della foresteria alla Cittadella della Carità, mentre gli altri saranno accolti dalle parrocchie e da istituti religiosi.

«Quando siamo arrivati eravamo spaesati, come sempre all’inizio di una nuova esperienza, ma ci siamo svegliati subito. Ci hanno dato compiti e responsabilità, considerandoci già componenti della famiglia e parte fondamentale di quel meccanismo», racconta Luca, torinese di 19 anni, che la scorsa settimana è stato volontario con gli anziani a Casa “Santa Giacinta”. «Al timore iniziale – spiega il giovane – si è sostituita la voglia di conoscere le storie che tutti avevano da raccontare. La cosa più importante che ho imparato è che la gentilezza impiegata per strappare un sorriso ti ripaga con la possibilità di relazionarti con un’umanità che altrimenti non avresti mai potuto conoscere».

Due mesi, quelli di luglio e agosto, che vedranno gli animatori Caritas al centro di un’intensa rete di relazioni e momenti di condivisione. Ad ognuno dei gruppi, oltre al servizio di volontariato, è offerto un percorso spirituale o di approfondimento di alcuni fenomeni sociali: l’immigrazione, il gioco d’azzardo, la povertà. «Una partecipazione straordinaria nei numeri», spiega Gianni Pizzuti, responsabile dell’Area Volontariato dell’organismo pastorale. «Queste esperienze estive hanno caratteristiche diverse da quelle che i giovani possono fare durante gli altri mesi dell’anno. In questi giorni è possibile sperimentare maggiormente la condivisione, in alcuni casi vivendo anche nelle stesse strutture dove prestano servizio, e con la guida di sacerdoti ed educatori vivere anche momenti di formazione spirituale».

17  luglio 2017