#Estateincittà, ai Santi Quattro Coronati. Un tuffo nella vita interiore

Nel monastero delle Agostiniane 4 domeniche con un tempo prolungato di preghiera e adorazione. Le parole chiave: desiderio, interiorità, bellezza e amicizia

Nel monastero delle Agostiniane 4 domeniche con un tempo prolungato di preghiera e adorazione. Le parole chiave: desiderio, interiorità bellezza e amicizia

Quello che, da qualche estate, succede al monastero dei Santi Quattro Coronati ha quasi del sorprendente. Quando la città inizia a svuotarsi e la gente parte per le vacanze, l’austera basilica con le monache Agostiniane la domenica è quasi sempre piena. Anche negli altri giorni le presenze raddoppiano. «Ci stavamo pensando da tempo – confessa suor Giuliana D’Agostini -, bisognava cogliere questo segno di grazia e mostrarci riconoscenti nei confronti di una crescente attenzione per la preghiera e il raccoglimento».

Nasce così #Estateincittà, l’iniziativa della comunità monastica dei Santi Quattro che vuole «offrire a tutti coloro che trascorreranno l’estate a Roma un vero tuffo rigenerante nella vita interiore». I richiami alla bella stagione e al mare non finiscono qui. Nella locandina, le monache hanno deciso di disegnare delle stelle marine, la sabbia e l’acqua cristallina che fa da sfondo allo skyline della Capitale. «Sono sempre più le persone che, per vari motivi, non possono scegliere luoghi diversi dalla città per trascorrere le loro vacanze, e tra loro sono tanti quelli che chiedono e cercano spazi di quiete, riflessione e comunione». Le Agostiniane rimangono in città per vocazione e condividono «lo stesso anelito di vivere un tempo di intensa relazione con Dio».

Quattro gli appuntamenti: due domeniche a luglio (il 23 e il 30), e due domeniche adagosto (il 6 e il 13). Alle 19 avrà inizio un tempo prolungato di preghiera e adorazione con l’esposizione eucaristica, la preghiera del vespro, alcune meditazioni agostiniane, tempi di silenzio e di preghiera personale, fino alle 22, per concludere con la preghiera di Compieta. Quattro le parole che descrivono i temi delle serate: desiderio, interiorità, bellezza e amicizia. «Per tutta la vita – spiega suor Giuliana – sant’Agostino ha desiderato ardentemente, anche percorrendo vie sbagliate, fino a incontrare il Signore. È questo il desiderio che vogliamo assecondare: incontrare l’assoluto per farlo entrare nelle nostre vite». Incontrare quel Dio «che solo nella nostra interiorità riusciamo a riconoscere; perché siamo fatti a sua immagine e somiglianza. Si tratta di un cammino che ognuno di noi è chiamato a fare e rifare per incontrare la verità». Non si rimane indifferenti di fronte alla verità perché è bellezza: «Quando Agostino ha incontrato il Signore ha cantato in tutti i modi questa bellezza». E infine l’amicizia, che per il santo padre d’Ippona è un sentimento imprescindibile per raggiungere Dio: «Desìderi che le persone che ami vivano con te – sottolinea suor Emilia citando un passo dai Soliloqui di Agostino – per indagare insieme in piena concordia sull’anima nostra e su Dio. Così sarà facile a chi ha trovato per primo la verità condurvi gli altri senza fatica».

Su questo pensiero si fonda lo stile di vita del monastero agostiniano: «Non camminiamo per le strade di Roma, facciamo vita di clausura. Sono le persone a raggiungerci; a essere attirate da quel bisogno che guida gli uomini verso Dio». Dopo 1.600 anni, l’esperienza di Agostino rivive tra le mura del monastero dei Santi Quattro. Un monastero incastonato nella città come fu per la prima comunità agostiniana e poi quando, diventato vescovo, il santo volle il monastero proprio attaccato al suo episcopio. Tra San Giovanni e il Colosseo, al riparo dal caos cittadino, in un luogo quasi sospeso nel tempo, la comunità monastica agostiniana prega dal 1564.

La missione è sempre stata quella di «camminare con gli altri, in mezzo agli altri, verso il Signore». Per questo motivo, anche gli orari che scandiscono la vita delle monache sono vicini a quelli della gente “comune”: «Non pregheremo mai le lodi alle tre di mattina – sottolinea suor Giuliana – perché di norma nessuna famiglia, nessun laico o sacerdote lo farebbe. I nostri sono orari che permettono a ogni persona di unirsi a noi, anche spiritualmente, nella preghiera». È così che «cerchiamo di aprirci a Dio e all’uomo; trovando quei momenti, quelle intuizioni – esempio lampante è quella delle quattro domeniche di #Estateconoi -, che sono punti di contatto tra noi e ciò che stiamo cercando. L’assoluto».

17 luglio 2017