«Chiudere Mare Nostrum vuol dire voltare le spalle ai Paesi in difficoltà»

A dirlo, nel corso dell’incontro organizzato da diverse organizzazioni italiane, è stato Berardino Guarino, direttore dei Progetti del Centro Astalli: «»Proseguire l’operazione è la scelta più responsabile»

«Chiudere Mare Nostrum vuol dire che oggi l’Italia, con la complicità dell’Europa, volta le spalle ai drammi della Siria, della Libia, del Nord Africa e di tutti i Paesi da cui i migranti fuggono». Così il direttore dei Progetti del Centro Astalli, Berardino Guarino, ha commentato la decisione del Governo italiano di porre fine all’operazione Mare Nostrum. Guarino è intervenuto nel corso dell’incontro organizzato da diverse organizzazioni sociali italiane con l’obiettivo di lanciare un appello alle istituzioni affinché l’operazione Mare Nostrum non venga chiusa.

«Proseguire questa operazione – ha affermato – è la scelta responsabile che oggi l’Italia deve compiere per dimostrare nei fatti che la salvaguardia di ogni vita umana è il primo dovere di uno Stato che voglia definirsi civile e democratico». All’incontro era presente anche il responsabile del Dipartimento politiche migratorie della Uil, Giuseppe Casucci. «Il Governo – ha dichiarato Casucci – deve rafforzare la pressione politica nei confronti dei partner europei affinché contribuiscano a mantenere viva l’operazione Mare Nostrum sostenendola anche economicamente». Sul programma europeo Triton, che prenderà il posto di Mare Nostrum, Casucci ha affermato: «Ha obiettivi diversi, perché opererà solo in prossimità delle acque territoriali italiane svolgendo un’operazione non di soccorso ma di controllo».

 

31 ottobre 2014