Classi separate? «Sull’inclusione scolastica non si torna indietro»

Dopo le parole di Vannacci, Falabella (Fish): «Faremo barricate». Pancalli (Cip): «Mai avrei immaginato si potesse mettere in discussione l’abolizione delle classi differenziali»

Non cessano le reazioni alle parole del generale Vannacci che, in un’intervista a La Stampa dello scorso sabato, aveva rilanciato le classi speciali per gli studenti con disabilità: «Credo che classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare». Sul caso è intervenuto questa mattina, 29 aprile, anche il tenente colonnello dell’esercito Gianfranco Paglia, alla trasmissione televisiva Agorà. «La disabilità non è un limite – ha affermato -. Giro molto nelle scuole e vedo tanta inclusione ed è una lezione di vita tutti i giorni. Vedere come si rapportano i ragazzi normodotati con quelli con disabilità fisica e psichica è uno spettacolo. Viviamo in democrazia e ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee, ma dispiace che da agosto a oggi lo abbia fatto un soldato, un generale, un paracadutista. Questo fa male, perché stiamo cercando di dimostrare che chi c’è dietro a un’uniforme la pensa in maniera diversa». E poi in conclusione di trasmissione ha aggiunto che «la disabilità merita delle considerazioni diverse: l’inclusione è fondamentale. Le persone con disabilità non vanno emarginate. Capisco che ogni volta che rilascia delle dichiarazioni è costretto a tornarci su e a provare a spiegarle meglio, ma lui non è uno stupido e quando parla sa quello che dice. Forse dovrebbe riflettere di più, perché le parole feriscono più dei proiettili».

Anche le organizzazioni per i diritti delle persone disabili sono prontamente intervenute nelle scorse ore, a partire dalla Federazione italiana per il superamento dell’handicap-Fish, che in una nota ha condannato le dichiarazioni del generale Vannacci senza se e senza ma, ricordando le lotte del movimento delle persone con disabilità per porre fine alle classi speciali nel 1977. «Faremo le barricate per difendere i diritti degli studenti con disabilità. Non è possibile indietreggiare sull’inclusione scolastica. Non negozieremo mai i diritti delle persone con disabilità – ha dichiarato il presidente Vincenzo Falabella -. Ho già sentito il ministro Valditara che ha dato rassicurazioni. Credo sia urgente ora anche una presa di posizione netta e definitiva da parte del segretario Salvini. Chiediamo un confronto affinché la Lega chiarisca la sua posizione sui diritti degli studenti con disabilità, a partire dall’inclusione scolastica. Tra l’altro, come dimostrano i continui confronti con le associazioni di persone con disabilità di altri Paesi, la legislazione italiana è un esempio per molti».

«La scuola italiana per prima in Europa nel lontano 1976 ha abolito le classi differenziali favorendo una piena inclusione degli alunni e alunne disabili, dando loro opportunità di crescita come ai loro compagni la possibilità di essere cittadini migliori in un Paese privo di ghetti e recinti bensì civile e solidale – ha dichiarato all’Ansa il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli -. Un fatto di cui essere orgogliosi e che non avrei mai immaginato potesse tornare a essere motivo di discussione».

E sul caso Vannacci è intervenuta anche l’Unione degli studenti-Uds. «Non ci sorprende come il primo campo di attacco di Vannacci sia la scuola né come siano ghettizzanti e discriminatorie le sue proposte – ha dichiarato la coordinatrice Bianca Chiesa -. L’idea di classi separate per chi è considerato dalle istituzioni come “meno capace” non ci è nuova: basti pensare alle recenti proposte di classi separate per gli stranieri portate avanti dal ministro Valditara e da Salvini. Ciò che hanno in comune è sempre l’idea di spianare la strada a chi vive contesti agiati, senza difficoltà fisiche, economiche e sociali. La loro idea di scuola è quella che dà opportunità solo a chi può permettersele, lasciando la maggior parte degli studenti indietro. Noi invece crediamo in un modello di scuola del tutto differente – ha aggiunto -. Ad esempio, per poter supportare gli studenti con disabilità, bisognerebbe innanzitutto predisporre di fondi per una didattica personalizzata, per delle strutture scolastiche più accessibili, fornendo strumenti di socializzazione col resto della comunità studentesca e non relegandoli in spazi separati».

29 aprile 2024