Francesco: «Continuiamo a pregare per la pace»

L’appello all’Angelus: «Sui fronti di guerra la tensione è molto alta. Si ascolti la voce dei popoli». Le parole per la dignità dei detenuti e per López, ucciso in Honduras

Al termine della preghiera dell’Angelus di ieri, 22 settembre, il Papa ha chiesto ancora una volta: «Continuiamo a pregare per la pace. Purtroppo – ha osservato – sui fronti di guerra la tensione è molto alta. Si ascolti la voce dei popoli, che chiedono pace . l’appello -. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, tanti Paesi che sono in guerra. Preghiamo per la pace».

Salutando i partecipanti alla marcia di sensibilizzazione sulle condizioni dei detenuti, Francesco ha esortato anche a «lavorare perché i detenuti siano in condizioni di dignità. Ognuno può sbagliare». E il fatto stesso di essere detenuto «è per riprendere una vita onesta dopo», ha sottolineato. Quindi lo sguardo del pontefice si è allargato al mondo, ricordando l’uccisione nei giorni scorsi in Honduras di Juan Antonio López, «delegato della Parola di Dio, coordinatore della pastorale sociale della diocesi di Trujillo e membro fondatore della pastorale dell’ecologia integrale in Honduras. Mi unisco al lutto di quella Chiesa – sono ancora le parole di Bergoglio – e alla condanna di ogni forma di violenza. Sono vicino a quanti vedono calpestati i propri diritti elementari e a quelli che si impegnano per il bene comune in risposta al grido dei poveri e della terra».

23 settembre 2024