Francesco: le mafie, «strutture di peccato»
Le parole all’Angelus del 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime. «Sfruttando la pandemia, si stanno arricchendo»
«Strutture di peccato». Al termine dell’Angelus di ieri, 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Papa Francesco ha definito con queste parole le mafie, «presenti in varie parti del mondo». Quindi ha denunciato: «Sfruttando la pandemia, si stanno arricchendo con la corruzione».
Dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico, il pontefice ha ricordato le parole dei suoi predecessori. «San Giovanni Paolo II – ha detto – denunciò la loro “cultura di morte” e Benedetto XVI le condannò come “strade di morte”. Queste strutture di peccato – ha continuato -, strutture mafiose, contrarie al Vangelo di Cristo, scambiano la fede con l’idolatria. Oggi facciamo memoria di tutte le vittime e rinnoviamo il nostro impegno contro le mafie».
Concludendo il collegamento in streaming per la preghiera dell’Angelus, Francesco ha voluto ricordare anche la Giornata mondiale dell’Acqua, che si celebra oggi, 22 marzo. «Per noi credenti – ha detto -, “sorella acqua” non è una merce: è un simbolo universale ed è fonte di vita e di salute. Troppi fratelli, tanti, tanti fratelli e sorelle hanno accesso a poca acqua e magari inquinata», il grido d’allarme del Papa, che ha ribadito: «È necessario assicurare a tutti acqua potabile e servizi igienici». Quindi, l’omaggio a quanti, «con diverse professionalità e responsabilità, lavorano per questo scopo così importante. Penso per esempio all’Università dell’Acqua, nella mia patria, a coloro che lavorano per portarla avanti e per far capire l’importanza dell’acqua – ha aggiunto -. Grazie tante a voi argentini che lavorate in questa Università dell’Acqua».
22 marzo 2021