“Il donatore di musica”: letteratura e musica, per sensibilizzare sulla donazione

Il libro dell’immunologo Marco Marziali, presentato con Admo Lazio. Con la pandemia, dimezzato il numero dei donatori di midollo osseo

La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto negativo sui registri dei donatori di midollo osseo italiani, che «negli ultimi 12 mesi hanno visto ridursi il numero dei nuovi iscritti, con un calo di quasi il 50%. In Italia, in linea con i dati internazionali, dai 43mila del 2019 si è passati infatti ai 20mila del 2020». A spiegarlo, sottolineando «l’importanza di sensibilizzare sul tema della donazione», è stata Maria Ilaria Del Principe, docente e ricercatrice specializzata in oncoematologia all’Università Tor Vergata, nel corso dell’incontro on-line organizzato dall’Associazione dei donatori di midollo osseo (Admo) del Lazio sabato pomeriggio, 20 marzo, per la presentazione del libro “Il donatore di musica” (Augh! Edizioni), scritto da Marco Marziali, immunologo al Policlinico Umberto I e dal 2006 al 2019 all’Istituto mediterraneo di ematologia (Ime), dove è in parte ambientato il suo romanzo autobiografico.

«Il senso dell’opera – ha detto l’autore -, che si basa sulla storia vera dell’ultimo trapianto che ho eseguito all’Ime e che si intreccia poi con le vicende di tre fratelli – un medico, un sacerdote e un docente di filosofia -, è che la vita è sempre legata a un dono, fin dalla nascita. Continuare a percorrere la strada del dono, come nel caso specifico delle donazioni di midollo osseo, offre delle prospettive di vita a tante persone». Per chi è affetto da una malattia del sangue «è difficile trovare un compatibile – ha detto ancora Del Principe -, laddove solo 1 paziente su 4 ha un donatore familiare, tenuto conto che la compatibilità è possibile solo tra fratelli e non con altri parenti. Le ricerche per un trapianto, quindi, sono fondamentali e vanno svolte in tempi brevi, specie per quelle patologie, come ad esempio la leucemia, che nel 60% dei casi si manifestano in forma acuta e hanno un andamento molto rapido, tale da richiedere un intervento nel giro di pochi mesi». Da qui, la necessità di implementare il registro dei donatori – che al 2019 contava in Italia circa 500mila soci -, «considerando che la compatibilità tra individui non consanguinei è di 1 ogni 100mila – ha illustrato l’esperta – e che a potersi iscrivere, facendo la cosiddetta tipizzazione mediante un semplice prelievo del sangue o salivare, sono esclusivamente ragazzi dai 18 ai 35 anni, con peso superiore ai 50 kg e che godono di buona salute».

Le procedure di tipizzazione «si svolgono in totale sicurezza anche in questo particolare momento di pandemia», ha spiegato Giulio Corradi, presidente di Admo Lazio e donatore di midollo osseo, che ha potuto salvare la vita di un giovane italiano «dopo che, nel 2007, mio figlio Lorenzo era stato salvato da un giovane donatore israeliano». Anche Alberto Farinacci, referente di Admo Roma e padre di Andrea, morto lo scorso giugno a 27 anni per una leucemia linfocitica acuta, ha messo in luce l’importanza di «sensibilizzare i più giovani, affinché comprendano la particolarità della promessa che un donatore di midollo osseo fa a un suo potenziale gemello genetico». Farinacci ha inoltre presentato «il nuovo progetto dell’autoemoteca, che ci permetterà di raggiungere tutti i ragazzi del Lazio, anche quelli più lontani dai centri di reclutamento», mentre è in programma entro giugno l’apertura di due nuove sedi per le tipizzazioni – oltre a quella già attiva all’ospedale San Camillo -, una al Policlinico Umberto I e l’altra nel nosocomio universitario di Tor Vergata.

Delle attività di sensibilizzazione «attivate presso tutti i nostri studenti, non solo i 7mila dell’area sanitaria ma anche quelli degli altri indirizzi di studio», ha parlato Paolo Di Francesco, preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Tor Vergata, lanciando in particolare la proposta di «organizzare – non appena ci saranno le condizioni a motivo della pandemia – una giornata dedicata all’Admo nell’aula della Facoltà di Lettere, intitolata ad Ennio Morricone, creando un connubio tra letteratura e musica, come accade nel libro di Marziali».

22 marzo 2021