Francesco Paolo Casavola, «maestro di umanità, sapienza e discernimento»
Il profilo del giurista tratteggiato, tra gli altri, da De Donatis nella presentazione del volume in omaggio al suo 90° genetliaco, alla Lateranense
Prima ancora che professionalmente, è umanamente che Francesco Paolo Casavola «ha saputo essere maestro e guida di tante generazioni, non risparmiandosi mai, nell’esercizio del proprio lavoro, quanto a competenza, umanità, spirito di sapienza e discernimento». Mettendo in luce «queste, che sono le virtù richieste a un discepolo di Cristo per essere testimone del messaggio evangelico», il cardinale vicario Angelo De Donatis, gran cancelliere della Pontificia Università Lateranense, ha tratteggiato il profilo del giurista a cui ieri, 29 settembre, è stato dedicato nell’ateneo – alla presenza del rettore Vincenzo Buonomo – un pomeriggio di studio, per la presentazione del volume “Armata Sapientia”, raccolta di scritti su tematiche care a Casavola, in omaggio al suo 90° genetliaco. «La presentazione di questa corposa raccolta è sia un momento di gioia che un’occasione di riflessione – ha detto il porporato -. Da un lato è il segno di un legame a un maestro, illuminato interprete del Diritto, dall’altro l’invito a formare persone operanti all’interno della società con coerenza e costanza, sull’esempio del professore, capace nel suo operare di distinguere, pur senza mai separare, il credente dall’individuo».
Anche monsignor Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, ha sottolineato come «la prospettiva di fede, che Casavola ha messo a disposizione della propria sapienza, ha orientato e nutrito l’intera sua esistenza, rendendolo in grado di cogliere i segni dei tempi con lungimiranza e intelligenza». In particolare, il presule ha osservato quanto «le riflessioni di Casavola sono ancora oggi di grande attualità: si pensi al valore del dialogo, del rispetto dell’altro, del bene comune, fino al diritto a una corretta informazione, quale garante per l’editoria e la radiodiffusione dal 1996 al 1998». Ancora, «caro alla sua attenzione è stato il tema della famiglia e della sua crisi insieme a quello della dignità della persona, che non può accettare le disuguaglianze che interessano la più ampia famiglia, quella umana».
La centralità della persona come nucleo di riflessione privilegiato da Casavola è stata messa in luce anche da Ginevra Cerrina Feroni, ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato all’Università di Firenze e vicepresidente del Garante per la protezione dei dati personali. «Casavola è un giurista nell’accezione più ampia del termine – ha detto -, un vero cultore dell’arte del diritto sopraffino, che ha sempre posto la persona al centro e non il sistema». Guardando all’impegno di Casavola quale presidente del Comitato nazionale di bioetica dal 2006 al 2015, l’esperta ha poi evidenziato che «la sua riflessione sulla corporeità, che vede il recupero dell’uomo nella sua interezza, ha offerto quel substrato concettuale su cui si è sviluppata la riflessione di bioetica, che Casavola non ha mai fondato su basi dogmatiche». Ha invece considerato l’esperienza di Casavola prima quale giudice – dal 1986 – e poi presidente – dal 1992 al 1995 – della Corte costituzionale, Margherita Cassano, presidente aggiunto della Corte di Cassazione, ricordando «due sentenze storiche di Casavola, spesso purtroppo oggetto di fraintendimenti e di banalizzazioni: la 203 del 1989 e la 13 del 1991». Entrambi i provvedimenti riguardano la legittimità dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali, tema rispetto al quale «Casavola considerò primariamente il principio di laicità dello Stato, che non indica indifferenza o irrilevanza rispetto al fatto religioso ma, invece, ruolo di garanzia del valore formativo della cultura religiosa, in un regime di pluralismo».
Da ultimi, gli interventi del giurista Lucio De Giovanni, allievo del professor Casavola quale docente di Istituzioni e di Storia del diritto romano dal 1967 all’Università di Napoli, che con commozione ha sottolineato che «l’aspetto principale della sua personalità è l’umanità», e di Patrizia Giunti, docente di Istituzioni di diritto romano e Diritto romano all’Università degli Studi di Firenze e docente incaricato alla Pul, che ha osservato come «il volume che è stato oggi presentato mette in luce la figura del vero maestro, capace tanto di studio quanto di ascolto, e il cui magistero non viene meno anche se non è più accanto a noi, ma permane nel suo ricordo». Al termine dei lavori, moderati dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio, è stata data lettura del messaggio che Casavola ha voluto inviare ai presenti, ricordando «il legame e il senso di appartenenza con la Pontificia Università dove ho insegnato» e ringraziando «per il gradito ricordo». Ancora, l’invito del giurista «alla condivisione, alla comprensione e all’ascolto dell’altro, che permettono di non perdere la speranza nell’umanità».
30 settembre 2021