Gaza, il «miracolo» della tregua
Il cessate il fuoco dalle 5.30 del 14 novembre. Poche ore prima le parole del parroco latino Romanelli: «Facciamo appello a fermarsi e dialogare»
Parla di «miracolo» il parroco latino della Striscia di Gaza padre Gabriel Romanelli: «Dalle 5.30 di questa mattina è entrata in vigore una tregua. I due contendenti sembra la stiano rispettando. Le scuole oggi saranno ancora chiuse», prosegue. In città comunque «il movimento sta riprendendo lentamente». È cessate il fuoco dunque tra Israle e la Jihad islamica, a poche ora dall’appello che solo ieri pomeriggio, 13 novembre, proprio padre Romanelli aveva rivolto, dopo l’inasprirsi degli scontri tra milizie palestinesi della Jihad islamica e forze di sicurezza israeliane: «Gli israeliani hanno detto che continueranno a rispondere al lancio dei razzi da Gaza fin quando questi non finiranno. Facciamo appello a chi ha la responsabilità di governo di fermarsi e dialogare, provare a parlarsi, capirsi». Il bilancio di ieri era di 24 palestinesi morti e decine di feriti. Paura anche in Israele dove sono risuonate le sirene di allarme anti missili ad Ashkelon, lungo la costa, e a Sderot. La Jihad Islamica ha sparato circa 200 razzi, mentre i media israeliani parlano di 400. Migliaia gli israeliani rintanati nei rifugi antimissili.
La jihad islamica palestinese ha confermato l’accordo entrato in vigore stamane: «L’occupazione ha accettato le condizioni dettate dalla resistenza», ha affermato un portavoce dell’organizzazione. «Alla calma risponderemo con la calma. La Jihad islamica ha subito un duro colpo», la replica del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. In un’intervista alla radio militare, Katz ha precisato che anche in futuro «Israele non esiterà a colpire chiunque lo minacci», quindi ha rilevato che «il non coinvolgimento di Hamas nei combattimenti è un successo di Israele».
Nei bombardamenti seguiti all’uccisione a Gaza del comandante militare della Jihad islamica Baha Abu al-Ata, martedì 12 novembre, sono rimasti uccisi, secondo il ministero della Sanità di Gaza, 32 palestinesi e ne sono stati feriti altri 100. Questo bilancio include sei membri della stessa famiglia – fra cui due donne – che sono rimasti uccisi questa notte a Deir el-Balah, a sud di Gaza, quando la loro casa è stata centrata e distrutta dal fuoco israeliano. Lo riferiscono fonti locali. Stando alle informazioni diffuse dalla radio militare israeliana, Ramsi Abu Malhus, 45 anni, il capo della famiglia rimasta uccisa questa notte a Deir el-Balah, era il comandante dei lanciatori di razzi della Jihad islamica nel settore centrale della Striscia di Gaza.
14 novembre 2019