Gaza, padre Romanelli: «La situazione è tremenda»
Nella notte, nuovi raid di Israele: 3 in tutto le vittime. E nuovi razzi dalla Striscia. Il parroco latino racconta all’Agenzia Fides le ultime ore: «La situazione è tremenda»
Nuovo attacco israeliano, nella notte, contro la Striscia di Gaza. Eliminato prima dell’alba un leader militare della Jihad islamica palestinese, Ali Ghali, «comandante di un’unità di lancio di razzi», si legge in un comunicato delle Brigate al-Quds, braccio armato della Jihad islamica. Si trovava in un edificio che sarebbe andato distrutto nell’attacco a Khan Younis, nella zona sud della Striscia. Con lui, sono rimaste uccise altre due persone, informano fonti mediche palestinesi. Per l’esercito israeliano, «le vittime sono tutti membri della Jihad islamica».
Nelle prime ore del giorno, è ripreso quindi il lancio di razzi da Gaza verso Israele, con le sirene d’allarme che hanno risuonato nelle comunità israeliane attorno alla Striscia. Secondo l’esercito israeliano, finora sono stati 507 i razzi lanciati dalla Striscia. Di questi, 368 sono arrivati in territorio israeliano e 108 sono ricaduti entro Gaza o in mare. Gli intercettamenti da parte dell’Iron Dome sono stati 154. Secondo il ministero della sanità di Gaza, citato dalla agenzia Wafa, i morti finora a Gaza sono 24 tra miliziani e civili (comprese donne e minori) e oltre 60 i feriti e la distruzione di appartamenti.
Quella di questi giorni è la più grave escalation di violenza tra i gruppi armati palestinesi a Gaza e Israele dall’agosto 2022. Lo conferma, dalla Striscia, anche padre Gabriel Romanelli, il parroco latino della comunità intitolata alla Sacra Famiglia, raggiunto dall’Agenzia Fides. «La situazione è tremenda», afferma, raccontando dei morti e dei feriti delle ultime ore, «oltre a quelli che erano i bersagli degli attacchi. La gran parte delle vittime – aggiunge – sono donne e bambini». Il missionario ricostruisce l’inizio degli scontri, nelle prime ore di martedì scorso, 9 maggio, quando «decine di caccia israeliani hanno colpito case e palazzi dove abitavano tre dirigenti della Jihad islamica». Un altro raid è stato compiuto poi nel pomeriggio di martedì, provocando altri morti. Sotto le bombe sono rimasti uccisi almeno 4 donne e almeno 4 bambini. «In uno dei palazzi colpiti – racconta – abitava una ragazza musulmana che frequenta la nostra scuola cristiana. Lei sta bene, ma il raid ha ucciso il suo papà, che era un bravo dottore, un dentista, e non era coinvolto in militanze politiche. Sono rimasti uccisi anche la mamma e un fratello, anche lui medico».
Giornate «tragiche», quelle di Gaza, davanti alle quali padre Romanelli sottolinea che «la preghiera è una cosa reale, non una cosa astratta, e a noi tocca di pregare con più insistenza per la pace. Preghiamo la Sacra Famiglia, che è passata qui per Gaza mentre fuggiva in Egitto, affinché loro ci donino una pace stabile, fondata sulla giustizia, perché senza giustizia la pace non ha fondamento”. A Gaza, ricorda il sacerdote, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive), due milioni e 300mila persone vivono rinchiuse in 350 chilometri quadrati. Il popolo palestinese, sparso tra Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, raccoglie sei milioni di persone. «Una soluzione – ripete – si deve trovare. È impossibile che non si trovi una soluzione per sei milioni di persone che non hanno uno status. La Santa Sede ha riconosciuto lo Stato di Palestina, ma tutto il mondo deve riconoscere questo Stato e i suoi diritti. Le notizie che continuano arrivare riguardo all’attualità politica sono scoraggianti, sembra prevalere dovunque la logica della violenza per la violenza. Che il Signore cambi il cuore di tutti», l’auspicio.
11 maggio 2023