Gaza verso la «catastrofe umanitaria»

L’allarme lanciato da Oxfam. Il portavoce Pezzati: «Siamo inorriditi da quanto sta accadendo ed è accaduto negli ultimi giorni. La violenza non apre mai la strada per la pace»

Dopo l’annuncio e le prime mosse del governo israeliano in risposta agli attacchi di Hamas, Oxfam lancia l’allarme: l’assedio totale su Gaza rischia di trasformarsi in una «catastrofe umanitaria», lasciando senza cibo, acqua, elettricità e carburante centinaia di migliaia di civili allo stremo, dopo 16 anni di blocco. Nel frattempo, hanno già superato quota 2mila i morti, in Israele e nella Striscia. Migliaia i feriti. Tutto questo, al culmine di un anno in cui si sono già registrate molte vittime in Cisgiordania e nella Striscia. Una situazione che ha costretto Oxfam a sospendere tutte le attività di aiuto umanitario e allo sviluppo nella Striscia.

«Siamo inorriditi da quanto sta accadendo ed è accaduto negli ultimi giorni – sono le parole di Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia -. La violenza non apre mai la strada per la pace. Per questo chiediamo al governo italiano e alla comunità internazionale di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici disponibili per arrivare a un immediato cessate il fuoco. La decisione di attuare un “assedio totale” da parte del Governo israeliano, che si somma al blocco in corso, costituisce una punizione collettiva nei confronti di una popolazione civile che non ha alcuna responsabilità per quanto successo – aggiunge -. È un atto illegale secondo il diritto internazionale e rischia di alimentare ulteriormente questa crisi».

Stando ai dati Onu di ieri pomeriggio, 11 ottobre, informano dall’organizzazione, sono già oltre 180mila gli sfollati a Gaza, tra cui 135mila persone che hanno trovato rifugio nelle scuole già affollate, gestite dalle agenzie delle Nazioni Unite. Allo stesso tempo, la gran parte delle famiglie stanno rimanendo senza cibo, acqua e servizi igienici, e molti sono intrappolati nelle proprie case, senza poter fuggire dai bombardamenti. Già prima dell’attuale escalation, «l’unica centrale elettrica di Gaza, fondamentale per l’erogazione dell’acqua e per poter garantire l’accesso ai servizi igienici essenziali alla popolazione, era in funzione per sole quattro ore al giorno – ricordano da Oxfam -. Ora si è spenta del tutto, con conseguenze gravissime per gli ospedali, che hanno esaurito i posti letto, e per le strutture sanitarie, che adesso dipendono esclusivamente dai generatori per alimentare attrezzature mediche vitali; il principale ospedale di Gaza potrebbe esaurire le scorte di carburante nei prossimi quattro giorni».

Ad oggi, proseguono, i danni causati dagli attacchi aerei su Gaza hanno causato l’interruzione del funzionamento dei servizi idrici e igienici per oltre 400mila persone. E l’impianto di trattamento delle acque reflue nel nord di Gaza si è fermato, causando lo scarico di liquami grezzi in mare.

12 ottobre 2023