Gli “Adultissimi” di Ac da Francesco

“Di generazione in generazione” è il filo conduttore della “staffetta” che si è svolta nelle diocesi. La conclusione con il Papa. Attesi oltre mille over65

Oltre mille “Adultissimi” di Azione cattolica tutta Italia sono attesi mercoledì 29 maggio all’udienza in piazza San Pietro con il Papa per concludere ufficialmente la “staffetta mariana” che dal dicembre 2018 ha accompagnato nelle diverse diocesi i molti appuntamenti di Ac “Di generazione in generazione”, che hanno visto bambini e ragazzi, giovanissimi e giovani, adulti e adultissimi confrontarsi su temi importanti della vita spirituale, della vita associativa e della vita del Paese.

A nome dei 65mila soci over 65 di Azione cattolica in tutta Italia, consegneranno a Francesco l’icona di Maria Immacolata della Domus Mariae che, proprio come in una staffetta, ha attraversato in questi mesi le diocesi d’Italia. Dopo il saluto al Santo Padre e la recita del Regina Coeli, il programma prevede l’ingresso in corteo nella basilica di San Pietro per ricevere il saluto dell’assistente don Fabrizio De Toni e dei vice presidenti nazionali Ac per il Settore Adulti, Giuseppe Notarstefano e Maria Grazia Vergari; quindi la celebrazione liturgica presieduta dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Papa Francesco per la Città del Vaticano. Seguiranno le testimonianze di alcuni presenti, la riflessione del presidente nazionale Matteo Truffelli e dell’assistente ecclesiastico generale di Ac il vescovo Gualtiero Sigismondi. La giornata si chiuderà quindi con il pellegrinaggio alla tomba di san Paolo VI.

L’Incontro, il pellegrinaggio e l’abbraccio con Papa Francesco, evidenziano dall’associazione, «sono un ulteriore segno della volontà dell’Azione cattolica di valorizzare il protagonismo degli adultissimi, il tesoro grande di fedeltà, di passione e di esperienza dei “nonni associativi”. In Ac anche l’età anziana è un tempo privilegiato; un tempo che permette di vivere in pienezza, di fare sintesi della vita; è il tempo della bellezza e della riconoscenza; è il tempo della contemplazione e della preghiera». Proprio per questo, «gli adultissimi non sono importanti per ciò che sono stati ieri, ma per ciò che sono oggi. Con i loro limiti, con le loro fatiche, ma anche con la loro saggezza, possono generare passione associativa e civile, accompagnare vocazioni, far crescere le comunità parrocchiali, rendere belle e accoglienti le nostre città».

23 maggio 2019