«Il Medio Oriente senza i cristiani non sarebbe più Medio Oriente»

Papa Francesco e il Catholikos patriarca della Chiesa assira dell’Oriente, Mar Gewargis III, hanno firmato una dichiarazione comune al termine dell’incontro

«Nel nostro pellegrinaggio verso l’unità visibile, sperimentiamo una comune sofferenza, che viene dalla drammatica situazione dei nostri fratelli e sorelle in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria». È quanto si legge nella dichiarazione comune firmata dal Papa e dal Catholikos Patriarca della Chiesa assira dell’Oriente, Mar Gewargis III, al termine dell’udienza di oggi, 9 novembre. «Gia dà decenni – il grido d’allarme nel testo – il Medio Oriente è diventato un centro di violenza» dove «centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti soffrono immensamente a causa di violenti conflitti che niente può giustificare. Guerre e persecuzioni hanno incrementato l’esodo dei cristiani dalle loro terre, dove hanno vissuto fianco a fianco con altre comunità religiose fin dal tempo degli apostoli. Senza distinzione di rito o di confessione, essi soffrono a causa della professione della loro fede in Cristo».

«Siamo grati a questi nostri fratelli e sorelle», si legge nella dichiarazione, in cui i cristiani perseguitati in Medio Oriente vengono definiti «martiri del nostro tempo. Di fronte a questa situazione, stiamo insieme al fianco dei nostri fratelli e sorelle perseguitati per essere voce di chi non a voce», l’impegno delle due parti firmatarie: «Insieme faremo tutto ciò che possiamo per alleviare le loro sofferenze e aiutarli a trovare modi di iniziare una nuova vita. Vogliamo affermare ancora una volta che non è possibile immaginare il Medio Oriente senza cristiani», l’appello centrale della dichiarazione: «Questa convinzione è fondata non semplicemente su motivazioni religiose, ma anche sulla realtà sociale e culturale, dal momento che i cristiani, con gli altri credenti, danno un grande contributo alla specifica identità della regione: un luogo di tolleranza, mutuo rispetto e accettazione. Il Medio Oriente senza i cristiani non sarebbe più il Medio Oriente».

«Muri e giochi di poteri non condurranno alla pace, poiché la vera pace può essere ottenuta e preservata soltanto tramite il reciproco ascolto e dialogo», la proposta contenuta nel testo, in cui viene lanciato ancora una volta un appello alla comunità internazionale a «promuovere soluzioni politiche che riconoscano i diritti e i doveri di tutte le parti coinvolte», partendo dal «bisogno di garantire i diritti di ogni persona». «Il primato della legge, che include il rispetto della libertà religiosa e dell’eguaglianza di fronte alla legge, basato sul principio di “cittadinanza”, indipendentemente dall’origine etnica o religiosa, è un principio fondamentale per l’instaurazione e la preservazione di una coesistenza stabile e produttiva tra i popoli e le comunità del Medio Oriente», la conclusione della dichiarazione: «I cristiani non vogliono essere considerati una ‘minoranza protetta’ o un gruppo tollerato, ma cittadini a pieno titolo i cui diritti vanno garantiti e difesi, insieme con quelli degli altri cittadini». Di qui la necessità del dialogo interreligioso, che è «il miglior antidoto all’estremismo».

 

9 novembre 2018