Incendi in Grecia. Bartolomeo: «Dio aiuti a fermare questo disastro»

Il patriarca ecumenico interviene sui 47 roghi registrati in 24 ore nella regione dell’Attica. L’arcivescovo di Atene: «Una carneficina». Intervenuto il meccanismo di protezione civile Ue. Due canadair dall’Italia

«Dio aiuti a fermare questo enorme disastro umano ed ecologico, che ha indubbiamente conseguenze incalcolabili». Il patriarca ecumenico Bartolomeo I è intervenuto ieri, 24 luglio, con una dichiarazione che è anche preghiera e annuncio di solidarietà, sugli incendi devastanti che hanno colpito la Grecia. Con un bilancio che già appare pesantissimo: i morti potrebbero superare quota cento, mentre i feriti ricoverati in ospedale sono già 550. Migliaia le persone evacuate, incenerita la località di Mati – la più colpita – e anche la Capitale raggiunta da un fumo denso, con il Partenone avvolto da una nube fitta. In 24 ore, sono stati registrati 47 roghi.

A proposito delle cause, il premier Tsipras ha dichiarato: «Nulla resterà senza risposta». Nella giornata di ieri infatti il governo ha lasciato balenare l’ipotesi di un’origine dolosa delle fiamme. Ancora, media locali ipotizzano che piromani siano entrati in azione per saccheggiare le case abbandonate dai turisti o per motivi di speculazione edilizia. Proclamati tre giorni di lutto nazionale, mentre l’intero Paese è mobilitato nei soccorsi e aiuti arrivano dall’intera Europa. La Grecia infatti ha attivato dal 23 luglio la richiesta di assistenza del meccanismo di protezione civile dell’Ue, immediatamente accolta dal commissario per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis. La prima a rispondere è stata Cipro, da dove è già partita una squadra di 60 vigili del fuoco e quattro paramedici, due camion antincendio. Disposto, nella giornata di ieri, anche l’invio di due canadair dall’Italia, pronti ad operare già dalla giornata di oggi, informano dal dipartimento della Protezione civile. «L’invio dei mezzi aerei – assicurano – è stato offerto tenendo in considerazione le necessità legate al territorio nazionale, assicurando l’invariata efficienza della flotta aerea dello Stato per la gestione degli incendi in Italia». A supporto dei piloti, sul posto anche un rappresentate del dipartimento della Protezione civile italiana e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Offerto aiuto anche dalla Turchia, storicamente rivale della Grecia, e dalla Macedonia.

«Guardiamo sgomenti i drammatici sviluppi nella regione dell’Attica a causa dei grandi incendi che distruggono vite umane, le proprietà degli abitanti e bruciano la ricchezza vitale delle foreste – le parole del patriarca Bartolomeo -. Le nostre preghiere si intensificano e si uniscono a quelle dell’arcivescovo di Atene Ieronymos e dei metropoliti delle regioni colpite», ha aggiunto. Quindi ha dato voce alla «profonda solidarietà e al sostegno della Chiesa Madre» anche per gli «abitanti di Creta e di altre regioni della Grecia che soffrono per gli incendi». Intanto da Atene l’arcivescovo Sebastianos Rossolatos, presidente dei vescovi cattolici greci, commenta: «Un vero inferno. È una carneficina». Il bilancio delle vittime e dei feriti, dichiarava il presule ieri, 24 luglio, all’Agenzia Sir, «aumenta ogni ora di più. L’intensità e la vastità degli incendi rischiano di provocare una vera e propria carneficina. Preghiamo per tutti coloro che hanno perso la vita, che sono rimasti feriti e privi di tutto». 

Dall’arcivescovo un pensiero particolare anche per «i tanti che si stanno prodigando nei soccorsi mettendo a rischio la propria vita. Questi fatti – prosegue – devono farci interrogare sul rispetto dell’ambiente che passa anche attraverso il rispetto delle regole. Non ci può essere una espansione abitativa senza controllo e senza la necessaria autorizzazione. Disastri come questi – è la conclusione – trovano le loro cause anche nell’azione indiscriminata dell’uomo». Intanto dalla Farnesina il capo dell’Unità di crisi Stefano Verrecchia fa sapere, riguardo agli italiani presenti in Grecia, che «fino a questo momento non ci sono connazionali irreperibili.

25 luglio 2018