Laudato si’, bussola per riscoprire il senso dello sport

A parlarne è Daniele Pasquini, che al tema ha dedicato anche un libro con la prefazione di Ravasi. «Nell’enciclica di Francesco, diversi spunti»

Sport e Laudato si’: due temi distanti ma che in realtà hanno più punti in comune di quanto si possa immaginare. Lo si scopre grazie al libro “Laudato si’, sport! Orientamenti per un’ecologia integrale attraverso lo sport”, di Daniele Pasquini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e dirigente del Centro sportivo italiano (Csi), pubblicato da poche settimane con la prefazione del cardinale Gianfranco Ravasi e la postfazione di monsignor Carlo Mazza. «In realtà la parola “sport” non appare mai nell’enciclica di Papa Francesco – spiega l’autore – ma si possono cogliere diversi spunti. L’ecologia umana integrale, infatti, riguarda anche l’universo sportivo, soprattutto in un periodo come quello della pandemia durante il quale questo mondo è stato sacrificato e ha avuto molte restrizioni. Anche prima del Covid, però – prosegue -, la difficoltà era quella di guardare con speranza al futuro e dunque la Laudato si’ può essere una bussola per riscoprire il senso profondo della pratica sportiva, che si è lasciata sopraffare da logiche economiche, commerciali e troppo spettacolari».

A conferma di ciò le parole che Papa Francesco, nell’udienza generale di ieri, 2 febbraio, ha rivolto a organizzatori e atleti dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali, che si terranno a Pechino dal 4 febbraio al 4 marzo. «Lo sport – ha affermato il pontefice – con il suo linguaggio universale può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione». Lo stesso motto olimpico, citato dal Pontefice, è, secondo Pasquini, «uno spunto che bene si accosta al collegamento tra sport e Laudato si’, per riscoprire il senso educativo e di crescita dello sport». Il famoso “Citius, Altius, Fortius” – da poco integrato con la parola “Communiter” – fu infatti proposto a de Coubertin dal sacerdote domenicano Henri Didon. «Bello vedere come anche nelle basi delle Olimpiadi il cristianesimo si riconosce», ribadisce il presidente del Csi, che precisa: «Quando i migliori del mondo si riuniscono vivendo nel villaggio olimpico e richiamandosi a valori così antichi, si può davvero respirare un clima di comunione e fratellanza. Questo sarà percepibile – prosegue – e si spera possa essere anche uno stimolo per la politica internazionale e per Pechino, dopo le strumentalizzazioni che purtroppo spesso caratterizzano le Olimpiadi».

Infine un pronostico sugli azzurri in gara, anche se Pasquini, da buon sportivo, un po’ per scaramanzia un po’ per cautela, non si sbilancia. «Dopo il fantastico anno appena trascorso – ci scherza su – non vorrei essere nei panni degli atleti, anche per un fattore statistico sarà difficile ripetere il memorabile 2021. Abbiamo tanti ragazzi validi e possiamo puntare a un alto numero di medaglie -precisa – però quello che mi auguro è di vedere vincere chi non se lo aspetta. Quelle – conclude – sono forse le vittorie e le soddisfazioni più grandi ed entusiasmanti».

3 febbraio 2022