Nel Cimitero teutonico nessuna struttura ossea successiva al 1800

I campioni repertati e trattenuti dalla Gendarmeria. La Sala stampa: «La ricerca della verità è interesse della Santa Sede e della famiglia Orlandi»

Concluse nella giornata di ieri, 28 luglio, le incombenze istruttorie del caso Orlandi al Cimitero teutonico. Il risultato: nessuna struttura ossea che risalga ad epoca successiva alla fine del 1800. La notizia arriva dalla Sala stampa vaticana, che precisa come il consulente di parte abbia avanzato richiesta di accertamenti di laboratorio su circa 70 reperti ossei ma Giovanni Arcudi e la sua equipe non hanno avallato la richiesta perché le medesime strutture ossee hanno caratteri di datazione molto antichi. Per questi motivi, i campioni sono stati repertati e trattenuti presso il Comando della Gendarmeria a disposizione del Promotore di Giustizia.

La Santa Sede, si legge nella nota diffusa, «conferma la propria volontà di ricerca della verità sulla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi e smentisce categoricamente che questo atteggiamento di piena collaborazione e trasparenza possa in alcun modo significare, come da alcuni talvolta affermato, una ammissione implicita di responsabilità. La ricerca della verità è interesse della Santa Sede e della famiglia Orlandi». E a riprova di questa «trasparente volontà» del Vaticano dalla Sala stampa citano anche le indagini e gli esami «effettuati dalle autorità italiane, a seguito di una segnalazione della Gendarmeria Vaticana, nella sede della Nunziatura in Italia, a Villa Giorgina, per le quali è stata comunicata, in data 3 luglio, la richiesta di archiviazione da parte  della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma». Secondo quanto accertato dalle autorità italiane infatti, che il 25 luglio scorso hanno avviato la procedura per la restituzione delle ossa rinvenute a Villa Giorgina, «la datazione dei reperti risale ad un periodo compreso tra il 90 e 230 d.C. Ciò smentisce  qualsiasi collegamento con la dolorosa scomparsa di Emanuela Orlandi».

29 luglio 2019