Nicaragua, riconsegnata la cattedrale di Mangua
Tornate a casa le madri dei detenuti in sciopero della fame. Il cardinale arcivescovo Josè Augusto Brenes: «Resto a fianco del mio popolo e dei sacerdoti»
Sono tornate a casa le madri dei detenuti politici che avevano iniziato uno sciopero della fame nella cattedrale di Managua, in Nicaragua. La notizia è arrivata ieri, 20 novembre: accompagnate dal rettore padre Luis Herrera, si sono allontanate con automobili messe a disposizione dalla Croce Rossa, nella sera di martedì 19 novembre. Poco dopo le forze governative che avevano preso possesso della cattedrale hanno consegnato la custodia della chiesa a monsignor Andrea Piccioni, segretario della Nunziatura apostolica, e a padre Boanerges Carballo, delegato dell’arcivescovo Brenes, accompagnato da un gruppo di sacerdoti della cattedrale. Permane, invece, l’assedio alla chiesa di San Miguel di Masaya, dove sono in pratica prigionieri il parroco, padre Edwin Roman, e le mamme che invece proseguono lo sciopero della fame.
Nel frattempo l’arcivescovo di Managua il cardinale José Augusto Brenes ha smentito, in modo categorico, le voci di una sua imminente fuga dal Nicaragua. «Ho una chiara coscienza della situazione del Paese e fin dalla settimana scorsa, quando sono accaduti i fatti di Masaya, ho cancellato il mio viaggio per restare a fianco del mio popolo e dei sacerdoti», ha detto all’emittente Canal Catolico. A testimonianza di questa scelta, il porporato ha rinunciato a prendere parte, questa settimana, ai lavori della presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), organismo del quale è vicepresidente.
21 novembre 2019