Paolo VI è beato: «Umile testimone d’amore a Cristo»

Francesco: «Seppe condurre con saggezza la barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore». La festa liturgica sarà il 26 settembre

«Grazie, grazie, grazie». Nell’omelia della Messa di beatificazione di Papa Paolo VI, Papa Francesco ha ringraziato tre volte il neobeato per la sua «umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa». L’enorme lascito spirituale «di questo grande Papa, di questo coraggioso cristiano, di questo instancabile apostolo» è stato ripercorso dal postulatore della causa, padre Antonio Marrazzo che in Piazza San Pietro – davanti a 70 mila fedeli, la gran parte provenienti dalle Diocesi di Brescia e Milano, dove Giovanni Battista Montini è nato e ha vissuto la sua esperienza pastorale – ha letto la sua biografia, poco dopo che il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, aveva formulato a Papa Bergoglio la rituale “domanda” di beatificazione.

Nel Vangelo del giorno (Matteo 22, 15-21) – nel quale Gesù ricorda ai Farisei di “dare a Dio quel che è di Dio” – Papa Francesco ha ritrovato il carisma di Papa Montini, pontefice dal 21 giugno del 1963 al 6 agosto del 1978. «In questa umiltà – ha detto il Santo Padre – risplende la grandezza del Beato Paolo VI che, mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante, e talvolta in solitudine, il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore. Paolo VI ha saputo davvero dare a Dio quello che è di Dio dedicando tutta la propria vita all’impegno sacro, solenne e gravissimo: quello di continuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo».

«“Rendere a Dio quello che è di Dio” – ha proseguito Papa Francesco – significa riconoscere e professare che Dio solo è il Signore dell’uomo, e non c’è alcun altro. Questa è la novità perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio. Lui non ha paura delle novità. Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate. Lui ci rinnova, cioè ci fa “nuovi” continuamente».

Proprio per il “nuovo” Papa Paolo VI ha avuto particolare sensibilità. Quasi cinquant’anni fa (era il 15 settembre del 1965) Papa Montini istituiva infatti il Sinodo dei vescovi. E sotto il caldo sole dell’ottobre romano, il Santo Padre, durante la messa di beatificazione, ha chiuso proprio il Sinodo straordinario sulla famiglia, iniziato lo scorso 5 ottobre. «“Sinodo” – ha detto Papa Francesco – significa “camminare insieme”. Pastori e laici di ogni parte del mondo hanno portato qui a Roma la voce delle loro Chiese particolari per aiutare le famiglie di oggi a camminare sulla via del Vangelo, con lo sguardo fisso su Gesù. È stata una grande esperienza nella quale abbiamo vissuto la sinodalità e la collegialità, e abbiamo sentito la forza dello Spirito Santo che guida e rinnova sempre la Chiesa chiamata, senza indugio, a prendersi cura delle ferite che sanguinano e a riaccendere la speranza per tanta gente senza speranza».

Alla Messa di beatificazione, cui hanno partecipato anche il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ha preso parte anche il Papa emerito Benedetto XVI. Poco prima dell’inizio della messa, al suo ingresso sul sagrato della basilica, percorso insieme all’arcivescovo Georg Gaenswein, Papa Ratzinger, nominato cardinale proprio da Papa Montini nel 1977, è stato salutato da un applauso festante di tutta la piazza. Lo stesso caloroso applauso, qualche minuto dopo, la folla dei fedeli lo ha tributato alla scopertura dell’arazzo, tratto da una foto di Pepi Merisio, che ritrae Papa Paolo VI con le braccia aperte in segno di saluto e di accoglienza. I fedeli possono ora venerare come reliquia quella maglia – macchiata del sangue di Paolo VI a seguito della coltellata ricevuta a Manila nel novembre 1970 – riposta in un’urna cilindrica di cristallo e argento, che una suora ha portato verso l’altare, dopo la lettura della formula di beatificazione da parte di Papa Francesco.

La beatificazione di Paolo VI, che il calendario liturgico ricorderà ogni 26 settembre, giunge a poco a poco meno di un anno dalla certificazione del miracolo, poi attribuito a Papa Montini il 18 febbraio 2014, della guarigione “scientificamente inspiegabile” di un nascituro, avvenuta negli Stati Uniti nel 2001. Sul feto, al quinto mese di gravidanza, i medici avevano riscontrato la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell’addome e la mancanza di liquido nel sacco amniotico.

 

20 ottobre 2014