Pioggia di missili iraniani su Israele

180 le testate, lanciate in due ondate. L’esercito israeliano: schegge o razzi caduti a Tel Aviv, vicino al Mar Morto, nel sud del Paese e nella regione di Sharon. Non si segnalano feriti. Ali Khamenei, Guida suprema iraniana: «L’Iran è ora in stato di guerra»

Alle 19.30 di ieri, ora locale, quando in Italia erano le 18.30, le sirene d’allarme hanno suonato in tutta Israele, comprese Tel Aviv e Gerusalemme. Lo stato d’allerta massima è stato diffuso anche dai cellulari, che hanno spinto la popolazione nei rifugi, prima che 180 missili scagliati dall’Iran si abbattessero sul Paese. Un attacco in due ondate, che sembrerebbe aver avuto conseguenze limitate. Molti dei missili infatti sono stati abbattuti dalla difesa israeliana; alcuni razzi o schegge sono caduti a Tel Aviv, vicino al Mar Morto, nel sud del Paese e nella regione di Sharon. Non si segnalano feriti.  L’allarme è cessato dopo un’ora, quando anche lo spazio aereo è stato riaperto.

«L’Iran è ora in stato di guerra», ha fatto sapere la Guida suprema Ali Khamenei, minacciando tutti i Paesi che sosterranno Israele. Anche le Guardie della rivoluzione iraniana hanno minacciato nuovi attacchi in caso di risposta israeliane, mentre il presidente dell’Iran Masoud Pezeshkian, su X, ha parlato di «risposta decisa alle aggressioni del regime sionista». Immediata la replica del premier israeliano Benjamin Netanyahu: «L’Iran ha fatto un grosso errore stasera e ne pagherà le conseguenze», ha dichiarato parlando al gabinetto di sicurezza. Intanto a Jaffa, nel sud dell’area metropolitana di Tel Aviv, due uomini con armi automatiche e coltelli hanno colpito i passeggeri in un vagone del metrò leggero e hanno sparato sulle persone in quel momento presenti sulla banchina. Il bilancio dell’attacco è di 6 morti.

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha assicurato che «l’Iran interrompe la sua operazione, ma se Israele intraprende nuove azioni, la nostra risposta sarà più potente. Ora – ha aggiunto -, i sostenitori di Israele hanno la responsabilità di fermare il regime, invece di perpetrare stupide interferenze».  Intervenuto anche l’ex comandante della Forza Qods Ahmad Vahidi: «Siamo stati capaci di distruggere Tel Aviv e Haifa durante i nostri attacchi missilistici di ieri, ma se il regime israeliano commette un errore, potremmo cambiare idea e ridurre Tel Aviv in cenere in una notte».

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato, nella notte, un attacco in corso a sud di Beirut, in particolare nel quartiere di Dahiyeh, precisando che l’attacco è diretto contro «obiettivi dei terroristi di Hezbollah», si legge in una nota. Il portavoce Daniel Hagari ha dichiarato che gli aerei da combattimento israeliani avrebbero continuato a colpire «con forza» nelle prossime ore «in Medio Oriente: «L’aeronautica militare continua a operare a pieno regime e stanotte continueremo a colpire con forza in Medio Oriente come facciamo da un anno», le sue parole. Secondo una fonte di sicurezza libanese, sono stati almeno cinque gli attacchi israeliani che hanno colpito nella notte la periferia sud di Beirut. Attacchi preceduti da diversi ordini di evacuazione da parte dell’esercito israeliano. «Vi trovate nei pressi di pericolose strutture» del gruppo sciita, si legge in uno degli avvertimenti, «contro le quali le Idf agiranno con forza» a breve.

La tv di Stato iraniana ha parlato oggi di 200 missili lanciati contro Israele. E il capo di Stato maggiore dell’esercito di Teheran, il generale Mohammad Bagheri, ha minacciato che l’Iran colpirà «tutte le infrastrutture» di Israele, se attaccato in risposta ai suoi lanci missilistici di ieri. «Se il regime sionista, che è impazzito, non è controllato dai suoi sostenitori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale – ha dichiarato all’emittente di Stato -, un’operazione come quella di ieri sera «sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira».

Citando alcuni funzionari israeliani, Axios rende noto invece che Israele lancerà entro pochi giorni una «significativa rappresaglia» in risposta al massiccio attacco missilistico iraniano di ieri, che potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all’interno del Paese e altri siti strategici.

2 ottobre 2024