Raccolte in un volume 1.182 lettere del beato Luigi Tezza

Presentazione alla Lateranense con Fisichella: «Missionario della misericordia». Madre Andrighetti (Figlie di San Camillo): «Patrimonio che rivela il suo cuore»

Il beato Luigi Tezza, fondatore con santa Giuseppina Vannini della congregazione delle Figlie di San Camillo, è stato un «autentico missionario della misericordia», consacrando la sua vita al prossimo «prendendosene cura con attenzione, vicinanza e compartecipazione». È il profilo che l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione, ha delineato del sacerdote camilliano durante la presentazione del libro curato da Emanuele Martinez “Lettere e scritti del Padre Luigi Tezza M.I. dal 1855 al 1922”, svoltasi ieri sera, 23 maggio, nell’Aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense. Edito da San Paolo, il volume raccoglie 1.182 lettere scritte dal beato ai confratelli, ai superiori, a madre Vannini, alle “sue” Figlie di San Camillo, alla mamma. Fisichella ha augurato alle religiose, attualmente impegnate nel Capitolo generale straordinario dell’Istituto, che la fama di santità del fondatore «continui a provocare e ad attirare vocazioni e a suscitare l’attenzione verso il prossimo».

Madre Zélia Andrighetti, superiora generale delle Figlie di San Camillo, ha definito il volume «un patrimonio che rivela il cuore missionario» di padre Tezza. L’immenso epistolario non è importante solo per la famiglia camilliana ma per tutti. In un mondo funestato da guerre, migrazioni, ingiustizie sociali e catastrofi naturali «leggere le lettere del beato – ha detto – permette di contestualizzarne la fede, l’impegno e la speranza con la grande storia del suo tempo, per trarne insegnamenti per il nostro oggi».

Frutto di un lavoro durato tre anni, pubblicato al termine delle celebrazioni per il centenario della morte di padre Tezza, il libro «contiene tanto materiale prezioso – ha affermato l’autore -. Il lavoro proseguirà con altre iniziative per cogliere vari aspetti del fondatore». La figura del beato Luigi Tezza «si può inserire nel clima di spiritualità e santità che tra il ‘700 e la prima metà del ‘900 impreziosì la Chiesa e la società di una moltitudine di santi e beati che si sono spesi in attività caritative, educative e assistenziali», ha aggiunto monsignor Giampaolo Rizzotti, capo ufficio del dicastero delle Cause dei santi. Durante la serata, moderata dal giornalista Davide Dionisi inviato speciale del governo italiano per la libertà religiosa, è stato ricordato che Tezza ripeteva che l’ospedale era il suo «vero paradiso in terra». A tal proposito padre Gianfranco Lunardon, vicario generale dei Ministri degli Infermi, ha sottolineato che «i malati dell’ospedale San Giovanni erano diventati i beneficiari della sua carità pastorale impregnata di affetto».

Nel 1900 Tezza partì per il Perù per riformare la comunità camilliana di Lima, dove poi morì il 26 settembre 1923. «Per la sua opera assistenziale fu ribattezzato l’apostolo di Lima», ha detto Luis Juan Chuquihuara Chil, ambasciatore del Perù presso la Santa Sede. Suor Bernadette Rossoni, postulatrice generale delle Figlie di San Camillo, ha auspicato che il volume «aiuti ad entrare nel cuore di padre Tezza per conoscerne la grandezza dei sentimenti e della carità».

24 maggio 2024