Raggiunte le firme per il referendum sulla cittadinanza

I promotori: «Straordinaria mobilitazione popolare». La parola passa ora alla Consulta. Sul tavolo la modifica della legge 91/92, nella parte sulla naturalizzazione

Raggiunto e superato nel pomeriggio di ieri, 24 settembre, l’obiettivo delle 500mila firme, necessarie per chiedere il referendum sulla cittadinanza. «Ce l’abbiamo fatto – scrivono sui social i promotori -. In pochissimi giorni i cittadini hanno dimostrato che quando il Parlamento non trova il coraggio di cambiare le leggi ingiuste, possono mobilitarsi e farlo loro stessi». La legge da cambiare, in questo caso, è la 91/92, nella parte relativa alla naturalizzazione, dimezzando da 10 a 5 anni di residenza legale continuativa il termine dopo il quale gli stranieri possono richiedere la cittadinanza italiana. Ora la palla passa alla Consulta.

Decisivi, per chiudere la raccolta firme in anticipo di 6 giorni sulla scadenza del 30 settembre, gli ultimi tre giorni, che hanno visto la mobilitazione di diversi protagonisti del mondo della cultura, della musica, dello sport e della politica. Fra i tanti,  Alessandro Barbero, Roberto Saviano, Zerocalcare, Matteo Garrone, Ghali, Malika Ayane, Julio Velasco e tanti altri. Diviso, sull’adesione, il centrosinistra, mentre Fi lavora a un proprio testo. Nettamente contraria la posizione della premier Giorgia Meloni, secondo cui «l’Italia ha un’ottima legge, non vedo quindi la necessità di cambiarla».

Stando ai dati di Youtrend, sono 180mila le firme raccolte solo nelle ultime 24 ore. Ad avere contribuito di più, le regioni del Nord: in termini assoluti risulta prima la Lombardia con 106mila firme alle 16.30 di ieri, 24 settembre, mentre l’Emilia Romagna è quella che ha registrato maggiori adesioni rispetto alla popolazione (1.166 ogni 100mila abitanti). Seguono Piemonte (1.061), Lombardia (1.059), Lazio (1.030) e Toscana (1.003). Più tiepide le regioni meridionali, a partire dalla Calabria (474), il Molise (506) e la Sicilia (526). Positiva, osservano sempre da Youtrend, la correlazione tra numero di firme e popolazione straniera residente.

La richiesta dei promotori però è di continuare a firmare, «dando ancora più forza a questa iniziativa popolare». Riccardo Magi, segretario di Più Europa, tra i promotori del referendum, ringrazia «tutti quelli che ci hanno creduto, in condizioni difficilissime», ma denuncia anche le difficoltà, a cominciare dai due giorni consecutivi in cui la piattaforma per raccogliere le firme «è andata in tilt. Questa settimana – incalza – è l’ultima per le sottoscrizioni e ci sono migliaia e migliaia di cittadini che non riescono a firmare online le proposte. Il governo intervenga rapidissimamente – la richiesta pronunciata nell’Aula della Camera -. Poi, i comitati promotori si riserveranno di chiedere delle proroghe rispetto ai termini fissati».

Il referendum dovrà ora superare il vaglio di ammissibilità della Corte costituzionale, a febbraio, poi in primavera potrebbe andare al voto.

25 settembre 2024