“S-Cambiamo il Mondo”, nella logica dell’accoglienza

Presentata in Campidoglio la V edizione della rassegna, il 4 e 5 giugno alla Casa del Cinema. Suor Giaretta: «Creare qualcosa di nuovo, a partire dall’invito del Papa: essere fratelli e sorelle tutte»

Il coraggio, la tenacia, la capacità relazionale e affettiva, in particolare delle donne, per riaffermare la libertà inalienabile dei popoli e il primato della democrazia di fronte a guerre e dittature. È questo il fil-rouge che unisce le opere cinematografiche e culturali della rassegna “S-Cambiamo il Mondo”, organizzata dall’associazione DUN onlus, che si occupa di psicoterapie gratuite ai migranti, e presentata ieri, 31 maggio, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. La rassegna, arrivata alla sua quinta edizione, si terrà nel week-end del 4 e 5 giugno, alla Casa del Cinema a largo Marcello Mastroianni, con il sostegno di fondazione Migrantes, la collaborazione di Cinecittà, Rai Cinema e 01 Distribution e il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Roma Capitale, della Regione Lazio, di Amnesty International e dell’Associazione italiana psicologia analitica.

«Come artigiani della psiche sappiamo quanto siano fondamentali la fratellanza e la solidarietà nell’animo umano e nelle relazioni», ha spiegato Barbara Massimilla, psichiatra, psicoanalista e presidente di DUN. Molti i film di alto livello, tutti focalizzati proprio sul tema dei conflitti e dei drammi umanitari, come Quo Vadis Aida?, il primo film che parla del massacro di Srebrenica, il genocidio di oltre 8mila musulmani bosniaci avvenuto nel 1995 durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina. O ancora Belfast, del 2021, che racconta il conflitto degli anni ’60 tra cattolici e protestanti in Irlanda del Nord. E poi After Love oppure Open Arms – La Legge del Mare, sull’omonima ong, e tante altre pellicole. I film, nella due-giorni, si alterneranno a convegni e laboratori. In programma anche un concerto di percussioni e una degustazione offerta da una cooperativa solidale.

Migranti e intrecci di culture, dunque, al centro di una rassegna dove tutto «parte da quello che potrebbe sembrare una cosa assurda perché da cristiani dobbiamo saper vedere le buone opportunità anche nelle tragedie come le guerre», ha invece sottolineato suor Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut e Casa del Magnificat, due case di accoglienza per donne migranti. Nelle parole della religiosa, «si può rovesciare la logica dei conflitti per creare qualcosa di nuovo, prendendo come esempio l’insegnamento di Papa Francesco, ovvero essere fratelli e sorelle tutte». Inoltre, secondo suor Giaretta, la rassegna “S-Cambiamo il Mondo” serve anche a mandare un messaggio «a noi italiani e occidentali, perché la nostra comfort zone è finita quando ci siamo svegliati un 24 febbraio qualunque e abbiamo scoperto di avere la guerra quasi dentro casa».

Tra i saluti istituzionali, quelli di Erica Battaglia, presidente della Commissione Cultura, politiche giovanili e lavoro del Campidoglio, e Daniela Moretti, del Servizio sociale del municipio XIV. «Un evento edificante – ha spiegato quest’ultima, riferita alla rassegna -, dal titolo audace ma proprio per questo dal messaggio estremamente importante e che non può non essere condiviso da una città come Roma che ha fatto dell’integrazione di culture nei secoli uno dei suoi tratti distintivi». Moretti si occupa principalmente della tratta degli esseri umani, proprio come Francesco Carchedi, docente del dipartimento di Scienze Sociali-STESS della Sapienza. «Negli ultimi due anni – ha spiegato – abbiamo visto che a causa della pandemia c’è stata una mimetizzazione di questi problemi, quasi messi in ombra dall’emergenza sanitaria. Stiamo quindi cercando di stimolare la società civile e la politica ad occuparsi nuovamente del fenomeno. Il Comune di Roma – ha commentato Carchedi – sta facendo passi in avanti importanti proprio perché il distanziamento sociale e le misure di sicurezza avevano allontanato le persone le une dalle altre e questo andava a discapito dell’accoglienza». Ultimo focus, infatti, sui servizi di carità e solidarietà diffusi sul territorio, come la tutela delle donne e delle bambine straniere dalla prostituzione coatta o dalle violenze domestiche. «Questa rassegna – ha chiosato il docente della Sapienza -, anche dal punto di vista culturale, punta a sensibilizzare e dare una scossa su questi temi».

1° giugno 2022