Save the Children: «Aprire canali sicuri per i bambini afghani e le loro famiglie»
«Indignazione» per il mancato impegno Ue nel garantire protezione e sicurezza al popolo afghano e ai minori in fuga. «Non possiamo più accettare respingimenti»
Negli ultimi 20 anni sono stati uccisi e mutilati in Afghanistan quasi 33mila bambini: uno ogni 5 ore. «Nonostante questo, invece di sostenere incondizionatamente i rifugiati afghani che arrivano in Europa e di proteggere i loro diritti, le delegazioni europee hanno principalmente cercato un modo per tenere fuori dall’Europa le persone che fuggono dall’Afghanistan per salvarsi». Save the Children interviene dopo la riunione del Consiglio di Giustizia e affari interni dell’Ue, che si è svolta il 31 agosto, esprimendo tutta la sua indignazione per il mancato impegno dell’Unione europea nel garantire protezione, sicurezza e diritto d’asilo al popolo afghano e ai minori che fuggono dall’Afghanistan, dopo la presa di potere dei Talebani.
«Sebbene tutto il sostegno alla regione sia benvenuto, l’Europa non dovrebbe esternalizzare la protezione dei richiedenti asilo afghani verso i Paesi confinanti con l’Afghanistan, che già accolgono le più grandi comunità di rifugiati afghani e hanno difficoltà nel fornire sicurezza, cibo, riparo e un’educazione ai bambini afghani e alle loro famiglie», afferma Anita Bay, direttrice di Save the Children Europe. Il risultato è che «troppo spesso i minori sono costretti a lasciare la scuola per lavorare e aiutare la famiglia e le bambine e le ragazze diventano spesso vittime di abusi e matrimoni precoci. L’Ue – prosegue Bay – ha le risorse e le capacità per aiutare il popolo afghano nel pieno rispetto delle leggi e dei valori europei. Si devono immediatamente aprire canali sicuri per i bambini afghani e le loro famiglie in cerca di protezione in Europa e bisogna accelerare i reinsediamenti su larga scala e le procedure di ricongiungimento familiare, oltre che garantire che le procedure per i visti siano rapide e accessibili da remoto». Per la direttrice di Save the Children Europe «i canali sicuri non sono un fattore di attrazione ma al contrario sono importanti per impedire a bambini e famiglie di intraprendere viaggi pericolosi e di cadere vittime delle reti criminali. Siamo impazienti di vedere gli impegni sostanziali che saranno presi durante il prossimo Forum ad alto livello sui reinsediamenti annunciato dalla Commissaria Ue Johansson», aggiunge.
Nella riunione del Consiglio di Giustizia e affari interni Ue, evidenziano dall’organizzazione internazionale, non è stato affrontato il tema del diritto di asilo per gli afghani in Europa e alle frontiere esterne. «Non possiamo più accettare barriere, respingimenti o altre violazioni dei diritti umani ai confini europei – ancora le parole di Bay -. L’Ue si basa sull’imperativo di fornire protezione a chi è costretto a fuggire dal proprio Paese per sopravvivere e che si affida all’Europa per un futuro sicuro per i propri figli e per se stesso. Poiché la situazione è cambiata, devono essere riesaminati senza indugio i casi di tutti i cittadini afghani la cui domanda di asilo è stata respinta o che sono in attesa del rimpatrio», prosegue. Di qui l’esortazione a tutti i Paesi Ue a «rivedere le loro linee guida per l’asilo, visto il drammatico cambiamento delle condizioni di sicurezza e della situazione politica, in particolare per donne, ragazze, bambini, adolescenti e persone LGBTQI+». La preoccupazione di Save the Children è anche per le condizioni di migliaia di bambini e famiglie afghane già presenti in Europa. Negli ultimi 12 anni, ricordano, l’Unione europea e i Paesi associati hanno negato l’asilo a 290mila richiedenti asilo afghani, di cui 46mila con meno di 14 anni (quasi la metà bambine e ragazze) e 25mila minori tra i 14 e i 17 anni.
3 settembre 2021