Sinodo dei giovani, una sfida che «la Chiesa non ha paura di affrontare»

Il cardinale Baldisseri, segretario generale, ha presentato ai giornalisti la XV assemblea ordinaria dell’assise, al via dal 3 ottobre. Presenti 267 Padri sinodali e 49 uditori e uditrici, compresi 34 ragazzi. Invitati due vescovi cinesi

La XV assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema  “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, che inizierà mercoledì 3 ottobre, è stata presentata questa mattina dal segretario generale, cardinale Lorenzo Baldisseri, dal relatore generale, cardinale Sergio da Rocha, e dal sottosegretario, monsignor Fabene. Tra le novità, la pubblicazione dell’istruzione che contiene il testo applicativo della recente costituzione apostolica “Episcopalis communio” con cui è stato riformato l’organismo sinodale. Baldisseri ha definito il sinodo dei giovani «un evento di centrale importanza per il Popolo di Dio, Pastori e gregge, e per la società intera, in ragione della tematica, i giovani, tutti i giovani  della terra, in vista della sempre  sognata civiltà dell’amore». Il tema, ha proseguito «è certamente oggi una “sfida”, come  del resto lo fu quello della famiglia. E la Chiesa non ha paura di affrontare le sfide, che sono sempre difficili e insidiose. Non le teme perché è sicura che la forza spirituale e umana le  viene dallo Spirito Santo».

conferenza stampa sinodo dei giovani 2018Il porporato ha spiegato che «complessivamente, prendono parte  a quest’assemblea 267 Padri sinodali (uno se n’è aggiunto oggi)» oltre a «49 uditori e uditrici, provenienti anch’essi da ogni parte del mondo. Fra costoro figurano anche 34 giovani tra 18 e 29 anni, che contribuiranno con la loro vivace presenza a far sentire la voce di tanti loro coetanei». Sull’Instrumentum laboris si è soffermato il cardinale da Rocha: «Non c’è una “ricetta pronta” per accompagnare  i giovani  alla fede e alla pienezza di vita, né una “soluzione preconfezionata” alle tante questioni che l’ascolto presinodale ha  sollevato. È così opportuno che come assemblea sinodale ci incamminiamo in una dinamica di discernimento. Farlo – ha proseguito – significa assumere alcuni atteggiamenti ben precisi: Il primo è tenere aperti occhi e orecchie ma anche mente e cuore; il secondo requisito è saper valutare alla luce della fede ciò che si muove nella vita del mondo e della Chiesa e nell’interiorità di ciascuno di noi; infine è necessaria la disponibilità a sostare nelle ferite della storia con un cuore pieno di misericordia, mantenendo le porte spalancate al Dio  della tenerezza che agisce continuamente nel suo popolo e si fa vivo tramite la voce dei piccoli e dei poveri».

È imprescindibile, ha evidenziato il porporato brasiliano, conoscere le realtà che vivono i giovani «a partire da quelle più dolorose come  il disagio, la guerra, il carcere, le migrazioni e tutti gli altri tipi di emarginazione e di povertà. Ugualmente sarà  necessario che ci lasciamo  interpellare dalle inquietudini dei giovani, anche quando mettono in questione le prassi della Chiesa o riguardano questioni complesse come l’affettività e la sessualità. Nei nostri contesti ecclesiali è molto facile parlare dei giovani “per sentito dire”, facendo riferimento a stereotipi o modelli giovanili che magari non esistono più. In tal modo, anziché ascoltare e apprendere dalla realtà, idealizziamo e  ideologizziamo i giovani». Così c’è il rischio di «perdere di vista i tratti caratteristici dei giovani d’oggi. Le nostre parole  sui giovani e ai giovani devono partire dalla concretezza della realtà».

Tra le novità, la presenza di due vescovi cinesi, frutto anche, come ha ricordato il cardinale Baldisseri, del recente accordo con Pechino. Sono stati invitati dal Santo Padre, una modalità necessaria di fronte a una situazione che rimane complessa. Non ci saranno, invece due o tre Padri sinodali. Qualcuno per motivi pastorali, uno, olandese, perché sostiene che vada prima affrontato il tema degli abusi sessuali. «Ma – ha replicato Baldisseri – è membro del consiglio di segreteria e se avesse avuto obiezioni avrebbe potuto dirlo». Sul tema degli abusi e sulla possibile influenza negativa che potrebbe avere, il porporato ha poi aggiunto che «i giovani sono molto intelligenti e aperti al bene e al male. Certo che gli scandali colpiscono la mente, il cuore e l’immaginario ma i giovani sono aperti a capire la fragilità umana, loro stessi cadono e si rialzano. Non lo vedo come un impedimento ma come occasione per testare di più la Chiesa come tale» che «non è rappresentata da alcuni che sbagliano ma è qualcosa di più importante».

1° ottobre 2018