Unicef, obbiettivo puntato sulla povertà dei bambini
Pubblicata la Report Card del Centro di ricerca Innocenti: un piccolo su 10 nei Paesi ricchi vive in povertà relativa. In Italia sono il 25,1 %
Pubblicata la Report Card del Centro di ricerca Innocenti: un piccolo su 10 nei Paesi ricchi vive in povertà relativa. In Italia sono il 25,1 %
Un campanello d’allarme che «ci ricorda che anche nei Paesi ad alto reddito il progresso non va a beneficio di tutti i bambini». La direttrice del Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef, Sarah Cook, definisce così la Report Card diffusa ieri, giovedì 15 giugno, che fotografa un livello significativo di disuguaglianza e povertà a danno dei più piccoli, e non solo nel Sud del mondo. «I governi di tutti i Paesi – prosegue – devono agire per assicurare che le differenze vengano ridotte e che si effettuino progressi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile per i bambini». Nei Paesi ad alto reddito infatti, si legge nel rapporto, un piccolo su 5 vive in povertà reddituale relativa e «in media 1 su 8 affronta insicurezza alimentare». Ancora, «circa 1 su 10 vive in famiglie in cui nessun adulto possiede un impiego», mentre fra i giovani fra i 15 e i 19 anni, sempre nei Paesi ad alto reddito, «circa 1 su 13 non lavora, non studia e non segue un programma di formazione». È il popolo dei cosiddetti “neet”. Alta l’incidenza del suicidio, che, negli stessi Paesi, nel 2012 è stato «la principale causa di morte tra i giovani tra i 15-19 anni di entrambi i sessi, avendo provocato il 17,6% di tutti i decessi». E ancora, «almeno 1 bambino su 10 nei Paesi esaminati è regolarmente vittima di bullismo».
I dati non migliorano guardando all’Italia, dove «il 25,1% dei bambini vive in povertà reddituale relativa e il 51% in povertà multidimensionale». Nel nostro Paese inoltre «l’11,2% dei 15-19enni non lavora, non studia e non segue un programma di formazione» mentre «il 9,7% dei minorenni vive in famiglie senza lavoro». Stando ai dati della ricerca poi «l’Italia ha la più alta percentuale di bambini e adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 15 anni che riferiscono di soffrire di due o più sintomi psicologici più di una volta alla settimana (36,5%)». L’Italia, si legge ancora nella ricerca, «ha il quinto tasso di omicidio infantile più basso (0,19 su 100mila)» mentre «il tasso di bullismo cronico auto-segnalato è il terzo più basso» tra i Paesi considerati. Resta il dato che «il 5,2% degli 11-15enni italiani ha subito episodi di bullismo almeno due volte al mese». L’Italia ha anche «il quarto tasso di ubriachezza più basso tra i bambini di età compresa tra 11 e 15 anni, pari al 4,4%» mentre «il tasso di suicidio tra gli adolescenti (15-19 anni) è di 1,9 su 100mila: il secondo più basso».
16 giugno 2017