Da Roma alla Siria, il filo rosso della solidarietà

Presentati da “Aiutiamo la Siria!” i progetti ad Aleppo e in Libano. L’iniziativa “Mille scarpe”, realizzata con Centro missionario e due parrocchie

Presentati dall’associazione “Aiutiamo la Siria!” i risultati dei progetti ad Aleppo e in Libano. L’iniziativa “Mille scarpe”, realizzata con Centro missionario e due parrocchie

In diretta da Aleppo fra Ibrahim Al Sabagh racconta: «Bombardamenti come quelli tra la notte dell’11 e 12 aprile non li avevamo mai visti prima. Le nuove armi hanno impresso un nuovo passo alla guerra. Hanno colpito in piena notte. Il giorno dopo, vedere i corpi tra le macerie ha distrutto anche noi. Settecento famiglie hanno dovuto andarsene, ma non possiamo recidere il filo rosso della speranza». Lo ha detto al telefono questa mattina, mercoledì 22 aprile, alla platea riunita a San Gregorio Celio durante la conferenza per presentare i risultati dei progetti portati avanti dalla onlus “Aiutiamo la Siria!” (“Aiulas!”). Oltre alle difficoltà materiali, quello che sta mettendo a dura prova in queste ore Aleppo è la paura che la guerra non finisca mai: «I cristiani vengono a chiedere il certificato di battesimo per andare via. Non riescono più a continuare a vivere qui» spiega fra Ibrahim.

Nata il 22 aprile del 2014, Aiulas! ha compiuto un anno, e mira a raccogliere fondi da destinare alle zone colpite dalla guerra in Siria. Per rendere più concreta l’esigenza della collaborazione in queste aree, hanno parlato direttamente i referenti locali dell’associazione. Padre Abdo Raad, dell’associazione Annas Linnas, ha raccontato da Beirut come viene vissuta la situazione in Libano: «Nel nostro Paese sono emigrati un milione e mezzo di siriani, il 30% della popolazione libanese; 400 – 500mila di loro sono minori che non hanno possibilità di inserirsi e non vanno a scuola. Per loro c’è il rischio che poche centinaia di dollari e un’arma li trasformino in bambini soldato». A loro “Aiutiamo la Siria!” ha mandato libri, quaderni e penne: «Avremmo potuto mandare denaro, ma abbiamo preferito che fossero i bambini delle scuole a comprare il materiale e a donarcelo perché ne parlassero in famiglia», spiega il presidente Francesco Giovannelli tra una telefonata e l’altra.

In Siria 3mila e cinquecento bambini vivono senza i loro genitori, la metà hanno dovuto lasciare le loro case. Padre Elias Yeghiche Janji, armeno cattolico di Aleppo, ha istituito una scuola di musica, per far sentire meno soli i ragazzi che ormai non hanno neanche la possibilità di andare a scuola. «Abbiamo fondato il coro e la piccola orchestra nel 2010 – racconta -. All’inizio avevamo poche decine di iscritti, adesso sono 350. I genitori non potrebbero permettersi di dare ai ragazzi questo tipo di istruzione, ma loro sono felicissimi di imparare la musica di Mozart e Pergolesi». Suor Anna Maria Scarzello, selesiana responsabile dell’Ospedale Italiano di Damasco, non ha potuto raccontare la sua esperienza. Dalla corsia il telefono non prende. Per l’ospedale, Aiulas! ha provveduto a comprare strumenti medici: «Abbiamo seguito la lista di suor Anna».

Giovannelli spiega “Aiulas!” mostrando gioia e tristezza: «Abbiamo cominciato a un anno esatto dal rapimento dell’arcivescovo greco-ortodosso di Aleppo, Yohanna Ibrahim, e dell’arcivescovo siriaco ortodosso Paul Yazigi. Da allora siamo riusciti a condurre in porto alcuni progetti, ma la situazione diventa ogni giorno più critica». Riguardo al nome scelto per l’associazione, aggiunge: «Abbiamo messo il punto esclamativo perché vogliamo esortare tutti a dare il loro contributo. In questo momento la vicinanza è fondamentale. Ci teniamo sempre in contatto con i nostri referenti, vogliamo aiutare ed essere megafono delle loro sofferenze».

L’ultimo progetto, realizzato proprio in questi giorni, è “Mille scarpe per Aleppo”, realizzato in collaborazione con il Centro missionario, le parrocchia di San Basilio e di SantaFrancesca Cabrini e l’Istituto Sant’Orsola. Ad Aleppo, riferisce Giovannelli, «mancano acqua, cibo, energia elettrica, ma non deve mancare la solidarietà. Mille bambini della Siria, grazie alle donazioni che abbiamo raccolto, in queste ore stanno comprando un paio di scarpe nuove. Non le ricevono dall’esterno, vanno in negozio con i loro genitori e scelgono quelle che gli piacciono di più: abbiamo pensato che fosse meglio mandare dei buoni. Questo per dare ancora speranza ai commercianti, alle famiglie e ai bambini, affinché possano ancora compiere un gesto che dovrebbe essere normale».

“Aiulas!” oltre a raccogliere fondi vuole creare una rete di solidarietà, per questo è in cantiere un sito che parlerà solo della Siria mentre, insieme alla comunità di San Gregorio al Celio, verranno organizzati dei momenti di preghiera ogni 22 del mese. Contro l’indifferenza.

Per informazioni: http://www.aiulas.org/, www.facebook.com/aiulas, info@aiulas.org.

22 aprile 2015