San Saturnino: “Le parole della pace” contro l’indifferenza

Incontro con padre Albanese, direttore di Popoli e Missione. Bettinelli, Pace e Mondialità Caritas: «Interessarsi alla dignità dell’uomo»

Incontro con padre Albanese, direttore di Popoli e Missione. Bettinelli, Pace e Mondialità Caritas: «Interessarsi alla dignità dell’uomo»

Legalità, rispetto, educazione al dialogo, cooperazione. Nel lavoro quotidiano dell’area Pace e Mondialità della Caritas di Roma, sono queste «le parole attraverso cui “vincere l’indifferenza e conquistare la pace”». A dirlo è Oliviero Bettinelli, responsabile dell’organismo diocesano che ha organizzato, per sabato 30 gennaio alle 17.30, nella parrocchia di San Saturnino (via Avigliana, 3), l’incontro che avrà come ospite il missionario comboniano padre Giulio Albanese. Tema del dialogo, che prenderà spunto dal messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace, sarà proprio “Le Parole della Pace”. «Quello che chiederemo a padre Giulio Albanese – dice Bettinelli – sarà una riflessione sul tema diverse volte evocato da Francesco nel suo messaggio del primo gennaio: l’indifferenza».

La stessa che è tra le «cause principali – scrive il Papa – della mancanza di pace nel mondo. L’indifferenza legata a diverse forme di individualismo che producono isolamento, ignoranza, egoismo e, dunque disimpegno». Questo rapporto tra «conoscere e rimanere indifferenti – fa notare Bettinelli -, è uno dei temi su cui anche come Caritas diocesana stiamo lavorando: attraverso la formazione dei nostri operatori, dei giovani che incontriamo nelle scuole, nelle parrocchie, cercando di creare un’attenzione che porti a sviluppare esperienze di servizio e di condivisione molto concrete». Attenzione e coinvolgimento sono «concetti vitali per un organismo pastorale come il nostro, per uscire dalla solita dinamica assistenziale, e cercare di coniugare la testimonianza personale a un’attenta riflessione sui problemi di questo mondo».

L’esperienza quotidiana dell’area Pace e Mondialità della Caritas «ci insegna che l’indifferenza si può vincere attraverso la creazione di percorsi pedagogici ben definiti: la maturazione di una cultura della legalità e del rispetto degli altri, delle loro diversità, e l’educazione al dialogo e alla cooperazione». Se c’è «indifferenza verso le sofferenze» – e in questo Bettinelli ravvisa il legame più stringente con il tema della pace evocato dal Papa – «verso i bisogni e i problemi del mondo, allora vuol dire che siamo indifferenti rispetto alla dignità della persona umana, e là dove manca la dignità non si può pensare di vivere un’esperienza capace di pacificare relazioni e persone».

Ecco quindi l’importanza del lavoro “sul campo” attraverso esperienze di servizio e volontariato, di accoglienza nelle parrocchie dei migranti e di formazione di tutti coloro che con queste realtà hanno a che fare. E poi tutte le attività della Caritas relative al tema dei conflitti dimenticati, dell’ambiente: «il prossimo incontro sul Focus Medioriente sarà ad esempio – dice Bettinelli – sulla relazione tra ambiente ed acqua». In questo contesto nasce «l’esigenza di “sapere”, di conoscere; che è il punto di partenza delle nostre azioni e che rappresenta lo sprone per poi costruire dei percorsi di coerenza con la parola».

Padre Albanese, che è stato anche fondatore dell’agenzia giornalistica Misna ed è direttore delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie, Missio Italia, Popoli e Missione e Il Ponte d’Oro, «ci farà capire – sottolinea Bettinelli – come l’aumento delle informazioni offertoci dai mass-media, di per sé non significhi aumento di attenzione ai problemi del mondo».

In tal senso, come sottolinea Francesco nel Messaggio della Giornata mondiale della Pace 2016, solo una «apertura solidale delle coscienze» può aiutare. La pace va conquistata, insomma, «non è un bene che si ottiene senza conversione, senza creatività e confronto». Sabato 30, durante l’incontro a cui parteciperà anche il direttore della Caritas diocesana, monsignor Enrico Feroci, «cercheremo – continua Bettinelli – di porre le basi per un confronto aperto che vada proprio in questa direzione».

25 gennaio 2016