11 settembre: per non dimenticare
22 anni fa l’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono. L’invito a scendere nel desolato spazio di Ground Zero, per celebrare una sorta di processo epocale alle nostre presunte verità e affrontare la mancanza di percezione del presente in cui viviamo
Oggi siamo chiamati a fare memoria di quanto avvenne 22 anni fa: l’attacco terroristico alle Torri Gemelle e al Pentagono. Quel giorno, l’11 settembre del 2001, il mondo è decisamente cambiato, segnando mentalità e politiche, costumi e destini, e non solo di una generazione. Secondo le stime ufficiali, il numero totale delle vittime fu di 2.977 persone, esclusi i 19 attentatori. Ecco perché oggi, con il cuore e con la mente, dobbiamo provare a scendere nel desolato spazio di Ground Zero, per celebrare una sorta di processo epocale alle nostre presunte verità e ignobili stoltezze, provando ad affrontare il più grave dei pericoli, cioè la mancanza di percezione del presente in cui viviamo immersi. Anche perché da quel giorno la mannaia del terrorismo, a livello planetario, è stata a dir poco impetuosa, un po’ a tutte le latitudini e a pagare il prezzo più alto sono state persone innocenti.
Dobbiamo comunque constatare che l’umanità dolente del nuovo millennio, di cui noi stessi siamo parte integrante, non ha ancora imparato la lezione. La nostra inettitudine a saper cogliere i segni dei tempi ci ha resi incapaci di prevenire il ricorso alla violenza per risolvere i dissidi. Sta di fatto che guerre proseguono senza sosta dal fronte russo-ucraino all’Africa Subsahariana (basti pensare alle violenze perpetrate dai jihadisti nel Sahel) per non parlare del Medioriente. Lungi da ogni retorica, a giudicare dal significato simbolico che ancora riveste la memoria dell’11 settembre, si può dire che la ferita non sia stata ancora sanata. Come ebbe a scrivere il grande Sergio Zavoli: «Si ritorna alla lezione millenaria dell’etica per definire e regolare la disputa tra il dovere di cercare e di agire, da una parte, e quello, dall’altra, di scegliere e rifiutare, facendo valere il principio secondo cui tutto ciò che è possibile non è sempre, per ciò stesso, anche lecito. Si ripresenta dunque il confronto tra Bene e Male, da sottrarre a ogni genere di fondamentalismo».
Sarebbe comunque ingiusto oggi dimenticare l’altro 11 settembre, quello del 1973, quando venne ucciso brutalmente il presidente cileno Salvador Allende. Sì, 50 anni fa il Cile perse la sua democrazia e anche in questo caso, anche oggi, c’è qualcuno che vorrebbe fare orecchie da mercante. Come credenti, pertanto, siamo chiamati a una decisa assunzione di responsabilità, contrastando il disimpegno, l’ignavia e la stanchezza, nella cristiana certezza che Gesù Cristo è Signore della Storia. Se da una parte è vero che stiamo attraversando un passaggio cruciale della nostra complessa vicenda umana; dall’altra siamo invitati a rinnovare le promesse: l’affermazione della giustizia, affidata alla rettitudine, e il precetto dell’amore che si spinge al di sopra di ogni altra virtù perché espressione del più equo dei poteri, lo spirito orante. Dunque la preghiera.
11 settembre 2023