Forum famiglie Lazio: adolescenti e cittadini globali, al tempo della pandemia
Il web talk che ha concluso il progetto “Accogli”. La centralità del patto educativo e di una progettualità condivisa con tutti gli attori sociali. Le videointerviste della Pastorale giovanile di Roma: la voglia di sentirsi soggetti attivi e il bisogno di autenticità da parte degli adulti
Qual è il ruolo della comunità educante? Che significa per gli adolescenti di oggi essere cittadini globali dopo l’esperienza della pandemia? Sono questi gli interrogativi che hanno animato il web talk sul tema “Educazione: cittadini globali dopo la pandemia”, promosso dal Forum delle associazioni familiari del Lazio e trasmesso venerdì 16 luglio in diretta sulla piattaforma Zoom. L’iniziativa ha rappresentato l’evento finale del progetto “Accogli, agire le competenze di cittadinanza in ottica globale lavorando insieme”, promosso dal Forum nazionale delle famiglie e finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che ha coinvolto giovani tra i 14 e i 19 anni e le loro famiglie attraverso un ciclo di laboratori e seminari online realizzati in 19 regioni italiane.
In particolare nel Lazio, tra le tematiche emerse nei tavoli di progettazione spicca il patto educativo. «La chiave di lettura di questo progetto deve essere l’impegno a investire su una progettualità condivisa con tutti gli attori sociali, e quindi con la politica, la Chiesa, gli enti del terzo settore, la scuola – commenta Alessandra Balsamo, presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio -. Ma dobbiamo farlo partendo dall’esigenza concreta di ascolto dei ragazzi e genitori». Tutto ciò al fine di «arginare l’isolamento familiare e costruire insieme una cittadinanza globale». Un approccio condiviso anche dall’assessore regionale allo Sviluppo economico Paolo Orneli, che non era all’incontro ma ha inviato un messaggio: «Dopo la pandemia – ha scritto -, il rafforzamento dell’istituzione famiglia rientra a pieno titolo dentro la strategia per un nuovo modello di società globale e di sviluppo sostenibile, che non deve sacrificare le famiglie e le persone».
La parola è quindi passata al direttore della Pastorale giovanile diocesana don Alfredo Tedesco, il quale, richiamandosi al ciclo di videointerviste realizzate dal Servizio del Vicariato su un campione di 30 giovani di età compresa tra i 14 e i 22 anni provenienti da diverse aree di Roma, ha evidenziato come «a emergere con forza è stata non solo la voglia di sentirsi soggetti attivi ma anche il desiderio enorme di autorità e autenticità da parte delle generazioni adulte». A ribadire la mancanza di figure credibili tra i giovani, anche Simone Budini, docente di Filosofia politica all’Università Pontificia Salesiana: «Nella sua concezione originaria l’autorità è in opposizione al potere – ha spiegato -. La prima è la voce di qualcuno che è in grado di far crescere senza imporsi mentre il potere è l’opposto». Oggi, ha aggiunto, «siamo nella situazione in cui le autorità sono state abbandonate e a prevalere sono una serie di poteri forti, come quelli tecnologici e finanziari, che avanzano senza uno “schermo”, che poteva essere rappresentato dal padre e dalla madre, dal professore, dal politico».
Centrali anche le testimonianze delle formatrici del progetto “Accogli”, Marianna Santoro e Daniela Narciso, le quali hanno sottolineato come i laboratori siano stati un’occasione per riscoprire la famiglia e una cittadinanza attiva ispirata da valori cristiani. La conclusione dell’incontro è stata affidata a Emma Ciccarelli, vice presidente nazionale del Forum famiglie: «Il tema del bene comune è qualcosa a cui siamo chiamati a rispondere quotidianamente nelle nostre case, per questo coinvolgere i giovani è prioritario – ha detto -. Attraverso il progetto abbiamo gettato dei semi che auspichiamo possano essere generativi».
19 luglio 2021