Aids: «Nel 2022 270mila nuovi casi tra bambini e adolescenti»

I dati nel nuovo studio Unicef, presentato nella Giornata mondiale del 1° dicembre. Circa 98mila le adolescenti che hanno contratto l’Hiv nel 2022: 1.900 a settimana

Secondo il Global Snapshot on Children with Hiv and Aids  (l’ultima Panoramica Globale sui bambini che vivono con Hiv e Aids) dell’Unicef, lanciato in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids – che si celebra oggi, 1° dicembre -, circa 98mila ragazze adolescenti fra i 10 e i 19 anni hanno contratto l’Hiv nel 2022: 1.900 nuovi casi ogni settimana. Mentre i casi totali fra le ragazze tra i 10 e i 19 anni sono quasi dimezzati dal 2010 – da 190mila a 98mila -, lo scorso anno, le ragazze avevano ancora più del doppio di probabilità di contrarre l’Hiv rispetto ai ragazzi. A livello globale, ci sono stati 270mila nuovi casi di Hiv fra tutti i bambini e gli adolescenti fra 0 e 19 anni nel 2022, portando il numero totale di giovani che vivono con l’Hiv a 2,6 milioni.

«È inaccettabile che le ragazze adolescenti, che dovrebbero pianificare il loro futuro, continuino a sopportare il peso maggiore della diffusione dell’Hiv – ha dichiarato la direttrice associata dell’Unicef per l’Hiv/Aids Anurita Bains -. Noi – Nazioni Unite, comunità, governi e organizzazioni – dobbiamo eliminare gli ostacoli che rendono l’Hiv una minaccia per la loro salute e il loro benessere. Ciò include la garanzia che la salute sessuale e riproduttiva e i diritti delle ragazze e delle giovani donne siano rispettati».

Le ragazze infatti continuano a sopportare il peso dell’epidemia di Hiv a causa, in parte, delle disuguaglianze di genere che spesso portano le ragazze a non riuscire a negoziare rapporti sessuali protetti; della povertà che si manifesta nelle comunità lontane dai centri di assistenza sanitaria e della mancanza di accesso ai programmi di prevenzione dell’Hiv e per la salute sessuale e riproduttiva.

Secondo l’Unicef, «nell’Africa sub-sahariana, la diffusione dell’Hiv tra le ragazze e le giovani donne adolescenti, di età compresa tra i 10 e i 24 anni, è costantemente superiore di oltre tre volte rispetto alla loro controparte maschile. I dati più recenti mostrano che l’Africa orientale e meridionale continuano a sostenere il carico maggiore di contagi da Hiv nella fascia di età compresa tra 0 e 19 anni, seguita dall’Africa occidentale e centrale, dall’Asia orientale e dal Pacifico, dall’America Latina e dai Caraibi e dall’Asia meridionale».

La Panoramica Globale sottolinea ulteriormente come, rispetto agli adulti, bambini e adolescenti affrontino considerevoli disuguaglianze nell’accesso alle cure. A livello globale, circa 1 milione di persone fra 0 e 19 anni che vive con l’Hiv non sta ricevendo trattamenti e oltre la metà di loro – circa il 60% – vive in Africa orientale e meridionale. «Le procedure diagnostiche complesse per i bambini, i requisiti specifici dei test per i neonati che non sono sempre disponibili nei Paesi a medio e basso reddito e la mancanza di farmaci antiretrovirali adatti all’età per i gruppi di età più giovani sono tra le ragioni per cui solo il 57% dei bambini di età compresa tra 0 e 14 anni riceve le cure antiretrovirali, rispetto al 77% delle persone di età pari o superiore a 15 anni», si afferma.

Insomma, «i progressi per porre fine all’Aids rimangono lenti – conclude l’Unicef -: nel 2022, 99mila bambini e adolescenti di età compresa tra 0 e 19 anni sono morti a livello globale per cause legate all’Aids, rappresentando il 15% di tutti i decessi legati all’Aids, anche se questa fascia di età comprende solo il 7% delle persone con Hiv».

1° dicembre 2023