Al quartiere Della Vittoria la preghiera per le tre donne uccise
Il 28 novembre nella parrocchia di Santa Lucia. A presiedere, il vescovo Reina. Il parroco don Zenobbi: «Tre vite spezzate, cadute nella maglia della tratta. Non si può restare indifferenti. Sono figlie, sorelle, nipoti. Donne che hanno perso tutto: la loro dignità, la loro stessa vita»
Due cinesi e una colombiana. Al momento, solo quest’ultima ha un nome; le prime due non sono state riconosciute da nessuno. Tre donne doppiamente vittime: della tratta e dello sfruttamento sessuale e poi vittime della violenza dell’uomo che le ha uccise, il 17 novembre, in due appartamenti situati via Augusto Riboty e in via Durazzo, a poca distanza l’uno dall’altro, nel territorio della parrocchia di Santa Lucia. E proprio la comunità parrocchiale ha scelto di non dimenticarle, raccogliendosi intorno al vescovo di settore Baldo Reina per una celebrazione eucaristica e una veglia di preghiera in memoria delle giovani donne assassinate e di tutte le vittime di tratta.
L’appuntamento è per lunedì prossimo, 28 novembre, alle 19.30. Un’iniziativa organizzata insieme alla Rete antitratta dell’Usmi, alla quale sono invitate la comunità cinese e la comunità latinoamericana, così come tutte le parrocchie della prefettura. L’obiettivo, spiega il vescovo, è «sollevare l’attenzione su una problematica sociale che è data non solo dall’uccisione di queste donne ma dal degrado morale che c’è dietro – puntualizza – e vorremmo invitare tutta la comunità a riflettere su questo problema».
Anche nelle parole del parroco di Santa Lucia don Alessandro Zenobbi, «i fatti di cronaca accaduti in questi giorni in due delle vie del centro, in mezzo alle abitazioni e ai tanti uffici del territorio, hanno mostrato ancora una volta la povertà e il degrado che si consumano a discapito di povere anime usate e sfruttate senza considerare la loro dignità e la loro vita. Tre morti assurde, tre vite spezzate, quella di una mamma sud americana e quelle di due donne cinesi, cadute nella maglia della tratta delle donne abusate. Non si può restare indifferenti di fronte tanta miseria e degrado morale – asserisce -. Sono figlie, sorelle, nipoti, sono donne che hanno perso tutto: la loro dignità, la loro stessa vita».
Don Zenobbi non ha dubbi: «Quando l’altro non è riconosciuto come fratello del quale prendersi cura, ma solo usato come un oggetto, si uccide la dignità e si offusca la bellezza di essere stati creati a immagine e somiglianza di Dio». Un «orrore», lo definisce, che «è accaduto nell’ultimo episodio di violenza e di sfruttamento, proprio nel territorio della parrocchia di Santa Lucia nel quartiere Della Vittoria». Ma «la comunità parrocchiale non vuole rimanere indifferente – assicura il sacerdote -: siamo custodi dei nostri fratelli e per questo vogliamo che la nostra voce salga a Dio come preghiera per loro, e si propaghi nel mondo perché le istituzioni e l’impegno civile di ognuno faccia corpo nel riuscire a mettere fine a una piaga del nostro tempo, della nostra società».
24 novembre 2022