Attacco dei droni su Kiev, il vescovo: «È terrorismo»
Il presule cattolico latino scrive sulla sua pagina Facebook: distrutte anche le riserve di olio di girasole a Mykolaiv. Il vescovo di Kharkiv a Tv2000: «Qui è come Sarajevo»
Il vescovo cattolico latino di Kiev Vitaliy Kryvytskyi lo scrive a chiare lettere sulla sua pagina Facebook: quello che stanno facendo i russi in Ucraina è «terrorismo». Il riferimento è ai recenti attacchi russi sulla Capitale ucraina, portati avanti attraverso droni kamikaze iraniani, denunciati anche dal sindaco Vitaliy Klitschko. «Oggi Kiev è stata nuovamente ferita – scrive il presule in un post rilanciato anche dal sito della chiesa cattolica ucraina -. Gli occupanti hanno preso di mira un edificio residenziale e siti infrastrutturali».
Il primo cittadino nel riferire delle vittime che ci sono state tra la popolazione civile ha sottolineato che tra queste c’è «una giovane coppia, marito e moglie che aspettavano un figlio. La donna era incinta di 6 mesi». Quindi ha aggiunto: «La Russia è un Paese terrorista!».
Riferendosi alle informazioni del sindaco, il vescovo riferisce che «anche le riserve di olio di girasole a Mykolaiv sono state distrutte così come sono stati bruciati campi di grano, ospedali, scuole, case di maternità. Sì, è vero, è terrorismo – prosegue -. Il problema è che gli stessi russi non lo capiscono ancora. Ma verrà il momento in cui capiranno. Dio, dai loro almeno un briciolo di ragione!», l’invocazione.
Da Kharkiv a parlare ai microfoni del Tg2000 – il telegiornale di Tv2000 – è un altro vescovo: Pavlo Honcharuk, titolare della diocesi di Kharkiv-Zaporizhzhia, intervistato dall’inviato Vito D’Ettorre. «Questa mattina, abbiamo tutti sentito le esplosioni – afferma -. Noi conviviamo con la paura, fa parte della vita di tutti i giorni. Kharkiv è come Sarajevo nella guerra dei Balcani – ha continuato -. C’è chi piange, c’è chi vive negli scantinati o nella metropolitana. Altri invece tentano di reagire facendo volontariato, aiutando il prossimo».
La richiesta del presule – rivolta «a tutti» – è di «non dimenticarsi di noi, di Kharkiv, dell’Ucraina. Kharkiv è a 30 km dal confine con la Russia – evidenzia -. Gli aiuti umanitari qui fanno fatica ad arrivare. So che non siamo soli, ma non dimenticatevi di noi. Non abbiamo aiuti umanitari a sufficienza. L’inverno sta arrivando e le temperature arriveranno anche a -30 gradi. C’è bisogno di stufe, coperte, vestiti caldi», l’appello.
18 ottobre 2022